La furia di un uomo - Wrath of Man

Quella del regista Guy Ritchie è una cifra stilistica funambolica. I montaggi ultraveloci si mescolano a un’ironia grottesca, oltre il limite, che lo ha reso famoso in tutto il mondo. Per lui l’immagine è qualcosa che deve essere stressata, riavvolta, esasperata, per creare un ritmo senza requie.

È un cineasta postmoderno, capace, nel bene e nel male, di giocare con le regole del blockbuster, muovendosi tra le follie in costume (il dittico su Sherlock Holmes, Aladdin, King Arthur – Il potere della spada) e il sottobosco criminale che ha sempre amato raccontare, di cui è figlio il cult Snatch – Lo strappo. Il suo La furia di un uomo – Wrath of Man è una sorpresa. Remake del thriller francese Le convoyeur, è privo dei virtuosismi che hanno da sempre caratterizzato Ritchie.

Stavolta la regia è asciutta, quasi fredda. E lo si capisce già dalla sequenza iniziale: la rapina a un portavalori in cui la macchina da presa resta immobile all’interno del convoglio, per non far vedere troppo allo spettatore. Ancora una volta siamo nel cerchio della malavita. Un misterioso superuomo con il volto di Jason Statham viene assunto alla Fortico come agente di sicurezza. Ma naturalmente le sue capacità vanno ben oltre, e alla prima sparatoria è pronto a dimostrarlo.

Ritchie elimina l’ironia, gli ammicchi al pubblico. Gioca con il fisico di Statham, plasma la storia attorno alla sua espressione gelida, allo spirito marmoreo che lo accompagna. La furia di un uomo – Wrath of Man è un film duro, calibrato. L’impianto è quello di un heist movie al contrario, in cui bisogna scoprire i colpevoli partendo dal reato. Ma anche qui il tempo non è lineare, si arrotola. Per venire a capo dell’affresco, bisogna seguire tutti i personaggi, non solo il protagonista.

 

Holt McCallany as Bullet, Jason Statham as H and Josh Hartnett as Boy Sweat Dave in director Guy Ritchie's WRATH OF MAN, A Metro Goldwyn Mayer Pictures film.
Photo credit: Christopher Raphael
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Il regista trova una nuova originalità rimescolando gli elementi che lo hanno reso celebre. Non siamo più in zona The Gentlemen, qui per vincere bisogna essere sporchi e cattivi. Dell’originale d’oltralpe resta poco. A Ritchie non interessa la dimensione umana, ma l’ineluttabilità del destino, la corruzione che serpeggia a ogni livello. Il suo sguardo è più sul sistema, in un’avventura serrata, ricca di tensione.

Uno dei migliori film di Ritchie, che prepara con cura ogni colpo di scena e lascia fluire l’adrenalina. Negli Stati Uniti è uscito nelle sale cinematografiche a maggio, da noi è disponibile su Amazon Prime Video. Intanto il cineasta inglese è già di nuovo al lavoro con Operation Fortune: Ruse de Guerre, previsto per quest’anno.