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Joel Johnstone, Rachel Brosnahan, Michael Zegen in La fantastica signora Maisel (credits: Philippe Antonello/Prime Video)
Le ultime battute prima che si chiuda il sipario. La stand-up comedian newyorchese, ormai diventata una star del piccolo schermo, si congeda con un ultimo atto brillante quanto le precedenti quattro stagioni.
Per chi non ha avuto il piacere di conoscere questa travolgente eroina della New York di fine anni Cinquanta, Miriam Midge Maisel è una giovane donna ebrea, vivace e ironica, che è riuscita a coronare la vita che sognava: andare al college, sposarsi, avere figli e un’elegante casa nell’Upper West Side.
Ma la sua vita perfetta prende una piega inattesa quando il marito la lascia improvvisamente per un’altra donna. Completamente impreparata, Midge è costretta a ripensare la sua esistenza. E quando finisce per caso sul palco del Gaslight, il comedy club dove si esibiva il marito, scopre il proprio talento per lo stand up e così inizia a costruirsi una nuova vita. Da casalinga e madre di famiglia, Midge si riscopre brillante attrice comica. Inizia a frequentare i club del Village fino ad ottenere uno spazio sul divano di Johnny Carson, conduttore e comico del popolare The Tonight Show.
La sua ironia travolge il mondo del cabaret e inevitabilmente entra in competizione con l’acclamata Sophie Lennon, che rende la sua scalata nel mondo della comicità più dura che mai. Nella seconda stagione Midge capisce cosa significa fare la comica ma il problema è dirlo alla sua famiglia. Nel frattempo la sua carriera prende il volo e Mrs. Maisel viene scelta per aprire i concerti della popstar Shy Baldwin in tour negli Stati Uniti, finché non viene licenziata sulla pista di un aeroporto. Il colpo di scena finale della terza stagione, dunque, sembra mandare in frantumi il sogno della giovane stand-up comedian.
“Vendetta”, perciò è la prima parola che Midge pronuncia nello spettacolo che apre il quarto capitolo. Rabbia e disperazione le fanno perdere la testa, ma Midge sa far tesoro delle esperienze negative e riesce a voltare i peggiori drammi in opportunità.
A New York d’altronde è il 1960 e c’è aria di cambiamento. Midge cerca di affinare il suo show e accetta di esibirsi come comica in un locale di spogliarelliste, mentre la sua manager Susie apre un’agenzia di talenti. I genitori di Midge, Abe e Rose, che a causa di difficoltà economiche erano andati a vivere dai rumorosi e invadenti consuoceri, Moishe e Shirley, nel Queens, tornano a vivere con la figlia nel suo ex appartamento dell’Upper West Side. Mentre l’ex marito Joel è sempre più preso dalla sua nuova compagna, Mei, e dal suo club a Chinatown, Midge cerca di ricostruire la sua carriera e reputazione su consiglio dell’amico e comico Lenny Bruce.
Motivata e decisa ad andare avanti, Midge, una sera all’uscita dal Carnegie Hall, in una bufera di neve, ha un’epifania di fronte al cartellone del Gordon Ford Show. In quell’istante Midge fissa il suo prossimo obiettivo. Riesce a farsi assumere nella writers’ room del Gordon Ford Show nella speranza di esibirsi prima o poi nel famoso talk show. Midge si trova più vicina che mai al successo, solo per scoprire che il successo è ancora molto lontano.
La quinta e ultima stagione di The Marvelous Mrs. Maisel è l’atto finale di un dramedy luminoso, brioso, colorato ed energico, la perfetta conclusione di una storia che ci ha accompagnati per 6 anni. Creata da Amy Sherman-Palladino (Una mamma per amica) e prodotta da Daniel Palladino, e da entrambi anche scritta e diretta, si conferma la serie più premiata e amata di Amazon Prime Video, diffusa in oltre 240 Paesi del mondo. È stata la prima serie degli Amazon Studios ad essere commissionata per più stagioni. Ha vinto, tra gli altri, 20 premi Emmy nella categoria Outstanding Comedy Series ed ha ricevuto 54 nomination per le sue prime tre stagioni.
Ma soprattutto la performance di Rachel Brosnahan nei panni di Miriam Midge Maisel le ha fatto vincere un premio Primetime Emmy per Outstanding Actress in a Comedy Series, due Golden Globe Awards, tre Screen Actors Guild Awards e due Critics Choice Awards.
Un palmarès che nessuno aveva mai collezionato per una serie tv. Rachel Brosnahan riesce, con verve ed incredibile talento, a dar vita al personaggio scritto da Sherman e Palladino, a dar voce ai suoi monologhi verbosi e altamente esilaranti, offrendo anima e corpo a una donna che ci sembra di aver conosciuto davvero. Midge è il ritratto di un’eroina anticonformista a sua insaputa, che deve affrontare gli sguardi della società, della famiglia e i suoi stessi preconcetti mentre cerca di farsi largo in un mondo dello spettacolo profondamente patriarcale e sessista.
Con disinvoltura e una certa ingenuità l’irrefrenabile Mrs. Maisel si muove tra cabaret e locali notturni, scoprendo luci e ombre dello show business. L’umorismo scorretto, dissacrante e a tratti volgare della giovane donna è rivoluzionario nella perbenista e maschilista società newyorchese di fine anni ’50.
Il suo jewish humour, che ricorda quello di Woody Allen, prende di mira la comunità ebraica in primis, lo stile di vita dei newyorchesi, le differenze culturali, le disparità di genere, tabù come il sesso extraconiugale, di cui le donne non potevano discutere, tantomeno pubblicamente. Midge trova perciò una guida in Lenny Bruce (Luke Kirby), celebre comico realmente esistito che prendeva di mira l’ipocrisia americana e negli anni ’60 fu arrestato e incarcerato per oscenità e pornografia. “You’re so pretty: why comedy, can’t you sing?”, urlano dalla platea a Midge durante uno stand up. Perché una bella donna sul palco non poteva che essere cantante all’epoca.
Midge si batte per potersi esprimere liberamente come un uomo senza finire in carcere per oltraggio al pudore; diventa la prima donna della writers’ room del Gordon Ford Show e rifiuta le avances del famoso conduttore, perché se un giorno riuscirà ad esibirsi nel programma tv dovrà essere solo grazie al suo merito. Midge fa esperienza ogni giorno di quanto sia difficile per una donna farsi spazio in un mondo di uomini, ma sempre con ironia e leggerezza. Sovverte tutte le regole prestabilite pur rimanendo figlia della sua epoca.
A farle da spalla, Susie, una talentuosa Alex Borstein, vincitrice di tre Emmy Award, nei panni della sfrontata manager che accompagna Midge nelle scene più divertenti della serie. Susie è la prima a scoprire e sostenere Mrs. Maisel, finché non viene fuori un accordo con personaggi loschi che metterà nei guai l’ex marito. Joel, dal canto suo, interpretato da un brillante Michael Zegen, sembra suo malgrado aver archiviato la storia con la fidanzata cinese e ritrovato interesse nell’ex moglie.
A completare la galleria dei personaggi principali, i genitori di Midge: Rose (l’attrice nominata agli Emmy Marin Hinkle) che è diventata un’organizzatrice di matrimoni e Abe Weissman (quattro volte vincitore degli Emmy Tony Shalhoub), che ritorna intellettuale di sinistra e scrive per il Village Voice. In questo addio lungo 9 episodi tutti i personaggi però lasciano emergere a tratti una vena malinconica e nostalgica. Sherman e Palladino sono ansiosi di tirare le somme di una storia che si appresta alla parola fine.
Alcuni flashforward mostrano il futuro di Midge, che radiosa brilla all’apice del successo, dei suoi figli e di altri personaggi, anticipando così le conclusioni. Ma i flashback ci riportano all’epoca più rasserenante in cui si svolge la storia, che sprizza di energia, colori e riferimenti alla cultura pop. Sherman e Palladino hanno ricreato nei dettagli l’ambientazione della New York degli anni ’50 e ’60, sebbene risulti a tratti idealizzata, attraverso scenografie, costumi e un ritratto della metropoli mondana e underground del tempo.
Seguendo Midge ci ritroviamo tra eleganti appartamenti dell’Upper West Side, grandi magazzini come B. Altman sulla Fifth Avenue, leggendarie coffee house del Greenwich Village come il Gaslight Cafe. In questa New York mitica, Mrs. Maisel volteggia tra stand up comedy, incontri fortuiti e serate imprevedibili, ma sempre con l’abito adatto. La Manhattan di Mrs. Maisel diventa quindi la scenografia di un musical che vibra di colori e melodie di un’altra epoca. Dard that dream di Ella Fitzgerald risuona mentre Midge insonne se ne va in giro per la città di notte in pigiama, tacchi e bigodini; le voci anni ’50 di The Barry Sisters diventano la colonna sonora di un’imprevedibile giornata in famiglia a Coney Island; Lucky Day di Judy Garland annuncia la quinta stagione.
L’atto finale si conferma un sogno in technicolor che diverte per il ritmo da screwball, il pungente sarcasmo, la velocità di dialoghi serratissimi. The Marvelous Mrs. Maisel attinge al mondo colorato e brioso della commedia classica hollywoodiana pur affermandosi come la riflessione attuale di una regista che racconta le donne già da prima del #MeToo. È la storia di una moderna battaglia per la conquista del palcoscenico da parte di una donna che vuole semplicemente essere se stessa.