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Una scena di
La classe
Ci voleva un ex critico cinematografico di Playboy, anima del gruppo punk rock Zabriskie Point ed ex collaboratore dei Cahiers du Cinèma per riportare la Palma d'Oro in Francia. Parliamo di Francois Bégaudeau, insegnante di scuola media e scrittore, protagonista del mockumentary di Laurent Cantet sulla scuola transalpina tratto dal suo best seller. Quello era un diario di viaggio, la pellicola è uno sguardo diretto sulla realtà che ha il pregio di mostrare la profonda complessità attuale dei ruoli di studente e docente.
Non siamo, come in quasi tutto il cinema scolastico, in una realtà estrema, ma in una normale aula che racchiude diverse anime etiche, etniche, culturali, di classe. Sociale e non. Cantet, fine conoscitore delle ferite sociali del nostro mondo (dal precariato al turismo sessuale), prende gli attori dalla scuola e dopo un lungo training li mette a confronto con il professore-attore-autore, in una docufiction appassionata e appassionante. Diverte, fa riflettere, coinvolge, mostra una scuola viva (forse troppo, merito della macchina da presa) ma da rifondare e ripensare. Si è gridato al capolavoro, è soprattutto un film didattico, nel senso più nobile del termine: impareranno molto genitori, professori, ragazzi. Promosso.