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Da almeno un decennio circolava voce che Sam Raimi era intenzionato a realizzare il remake de La casa, l'horror che all'inizio degli anni '80 lo ha imposto come autore di culto. La svolta però è arrivata soltanto nel 2010, quando il cineasta ha visionato Attack Panic, piccolo grande cortometraggio incentrato su un attacco alieno a Montevideo. Da quel momento il regista Fede Alvarez è diventato il suo uomo.
Ma attenzione: La casa (in originale Evil Dead) non è il solito, inerme remake di un horror che ha fatto la storia del cinema. Alvarez ha scelto un aggiornamento che invece di seguire pedissequamente la (esilissima) trama del primo ne ricostruisce la storia, rinforzando gli snodi narrativi anche grazie a un prologo che spiega l'origine del male, quello che inevitabilmente colpirà il gruppo di giovani andati a passare il weekend dentro la classica, sperduta casa nella foresta.
Dove il film di Alvarez rende il dovuto omaggio al suo predecessore è nello spirito intrinseco dell'operazione: con l'originale Raimi era infatti stato un vero e proprio precursore del gore anni '80, quello fatto di effetti a dir poco artigianali e litri e litri di succo di pomodoro.
La nuova Casa sceglie molto intelligentemente di riproporre quella visione del genere: il regista ha evitato (quasi) del tutto effetti speciali digitali in favore di quelli meccanici. L'effetto è ammirevole: un horror che funziona principalmente proprio sul piano della visione, mai artificiosa a causa del computer ma al contrario immersa nel realismo prodotto dai trucchi realizzati sul set.
Girato interamente in Nuova Zelanda, il film propone al pubblico di appassionati del genere e ai fan del capolavoro di Sam Raimi un aggiornamento di sorprendente lucidità, che omaggia il passato ma non cade nella trappola dello sterile ricalco. Interessante la scelta del cambio di sesso del protagonista: se nel primo era Ash, il leggendario Bruce Campbell, adesso al centro della vicenda si trova la fragile ma combattiva Mia, che ha il volto della neostar televisiva Jane Levy.
Ultimo punto a favore del film di Alvarez è quello di essere un gore che non risparmia al pubblico la truculenza più ardita, inserendola però in una storia funzionale e non solo scarabocchiata per poter inserire la maggior parte di violenza possibile, nella tradizione per noi rivedibile dei vari Hostel o Saw.
In poche parole, questo nuovo La casa è un prodotto riuscito sia come remake di un classico che come film a sé stante, nettamente superiore alla media dell'odierna produzione horror.