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La banda di Don Chisciotte - Missione mulini a vento
Siamo fermamente convinti di conoscere le dinamiche della nostra società, chi è buono e chi no, chi si comporta correttamente e chi è nel torto, chi ci vuole bene e chi è giusto amare. Il nuovo film d’animazione La Banda di Don Chisciotte - Missione Mulini a Vento di Gonzalo Gutierrez (in sala dal 14 novembre), mette in dubbio le nostre dinamiche di comportamento.
Siamo diventati adulti, ci siamo pian piano convinti che i rapporti umani raggiunti ad una certa età debbano essere quelli definitivi, così come le amicizie e le inimicizie. La realtà non può essere modificata o immaginata diversamente; ma ecco arrivare Alfonso, erede alla lontana del famoso cavaliere Don Chisciotte, un ragazzo che si crea amici immaginari, è spontaneo, allegro, curioso, ma un po’ solo ed emarginato dalla cittadina della Mancha, perché considerato come quello strano, un combina guai.
Non può dare troppa confidenza ai suoi vicini, i Panza, soprattutto al loro figlio, ma non ne comprende il motivo, il piccolo Pancho è creativo, intelligente e leale. La loro amicizia, quindi, per colpa dei genitori, deve rimanere nascosta. Il film sottolinea come, molto spesso, a decidere per i bambini, sono le sicurezze, i fanatismi e le disillusioni degli adulti. Davanti ai problemi più grandi, però, le nostre convinzioni smettono di esistere, ed ecco che un’apparente crisi climatica diventa il nemico comune da comprendere e sconfiggere. Le apparenze dovranno essere scardinate per poter vedere oltre alla realtà superficiale. “Un temporale non può essere sconfitto, ma un mostro tempestoso sì”, perché immaginare che le nostre paure, i nostri limiti non siano concreti li rende più accessibili, più facili da eliminare, ci rende liberi, ci tiene in vita quando tutto intorno a noi sembra volerci dimostrare costantemente che ci siamo sbagliati sul mondo, sulle relazioni e che dobbiamo mutare la nostra personalità per poter sopravvivere.
L’amicizia è il centro del racconto: quella trasparente, disincantata, onesta, che supporta, non sottolinea gli errori ma li fa notare, nella quale c’è fiducia. La trama non è complessa, a tratti un po' banale, non ci sono colpi di scena, ma sono presenti momenti commoventi che stimolano la riflessione, perché non giudicare porta all’ascolto, all’inclusione e al cambiamento dei nostri atteggiamenti ormai interiorizzati. La crisi climatica è stata sconfitta, almeno nel film, ma probabilmente il vero vinto è l’uomo quello che crede di generare, sviluppare e far morire a suo piacimento il mondo che lo circonda arrivando a calpestare i suoi ideali.
Rinasce il sole, quello che non secca ma trasforma, arricchisce e fa nascere nuova vita, quella luce che crea speranza, unisce e aiuta noi, i nostri figli e la nostra immaginazione. Gli amici immaginari possono scomparire per dar spazio a quelli reali non dimenticando mai, però, che ci hanno aiutato a conoscere a e raggiungere i sentimenti più veri e profondi anche quando la realtà sembrava così oscura, lontana e faceva paura, perché prendere troppa distanza dalla fantasia, ci fa allontanare a poco a poco anche da noi stessi.