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Maurizio Bologna, Lorenzo Scalzo, Giuditta Vasile, Gabriele Cicirello (foto di Jacopo Brogioni)
Innanzitutto c’è Irma Vitovska, regina della tragicommedia in Ucraina, vera e propria star dell’Est europeo, qui protagonista nei panni di un’improbabile e biondissima governante tuttofare di una famiglia mafiosa dell’entroterra siciliano. E poi c’è una storia leggera e irriverente, che gioca con gli stereotipi e dalla forte tematica family. È Koza Nostra, opera prima di Giovanni Dota, coproduzione italo ucraina della Pepito produzioni e Film UA production, da un’idea di Anastasiia Lodkina, che ha scritto la sceneggiatura insieme al regista, a Giulia Magda Martinez e a Matteo Visconti.
Da un lato vi è la commedia. Questa donna di nome Vlada Koza (Irma Vitovska) non porta con sé l’ombrello e non ha neanche la valigia, buttata in un fosso e fatta sparire dai mafiosi del luogo appena arrivata nel Bel Paese, eppure è una sorta di Mary Poppins ucraina che ha parecchi assi nella manica pronti per conquistare i cuori non di due piccoli bambini inglesi (Micheal e Jane), ma quelli dei tre Laganà (interpretati dai tre giovani e bravi esordienti siciliani Giuditta Vasile, Lorenzo Scalzo e Gabriele Cicirello) e soprattutto del loro padre: il boss mafioso Don Fredo (il bravo Giovanni Calcagno).
Dall’altro lato vi è il genere gangster. Un genere che il regista (nato e cresciuto a Ponticelli, un quartiere della periferia napoletana, e diplomatosi in regia al centro sperimentale di cinematografia di Roma nel 2019) aveva già cercato di unire con la commedia, con ottimi risultati, nel corto Fino alla fine (2019). Koza Nostra è un film dai toni paradossali, kitsch, dissacranti e ironici che scherza con la storia e soprattutto con l’immaginario della sanguinosa attività criminale di Cosa Nostra.
Ovviamente è impossibile non pensare a quel che sta accadendo oggi vedendo l’irresistibile Koza che lascia l’Ucraina (quando ancora non c’era il terribile conflitto) per raggiungere sua figlia in Sicilia, eppure questo piccolo film riesce a compiere una grande magia: gli orrori della guerra scompaiono e l’Ucraina grazie soprattutto alla radiosa Irma Vitovska è protagonista di una storia gioiosa.