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Kingsman: Secret Service
Chi non ha voluto essere almeno per dieci minuti James Bond? Adesso si può anche scegliere, tra l’agente 007 e un Kingsman, agenti segreti stilosi e altrettanto letali.
Tratto ancora da una graphic novel di Mark Millar, come Kick-Ass, il nuovo film di Matthew Vaughn conferma la facilità con cui il regista inglese tratta la cultura pop, infarcendola di una piacevole nota sovversiva. Kingsman: Secret Service è un film gradevolmente scorretto, come lo erano gli agenti segreti che si contrapponevano cinematograficamente all’eroe di Ian Fleming a cavalli degli anni ’60-‘70.
Da Derek Flint a Harry Palmer (omaggiato con la presenza di Michael Caine), fino ovviamente ad Austin Powers, la lista è lunga, così come le ispirazioni che fanno di Kingsman un gioco gustosissimo.
Colin Firth e Taron Egerton sono lo Jedi e il suo giovane Padawan, giustificati dal cameo di Mark Hamill, che fanno dello stile la loro arma letale, condita da un’irriverenza sfacciata nei confronti dell’ordine costituito.
Kingsman è intrattenimento intelligente e divertente, ben scritto e con un ottimo cast, su cui spicca un Colin Firth monumentale, il Darcy che ti prende al cuore. E te lo strappa a mani nude.