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Dal 1997, anno in cui David Evans ha realizzato Febbre a 90°, il rapporto tra il cinema e Nick Hornby si è intensificato sino a raggiungere una piena simbiosi. A una decade di distanza dalla pubblicazione anche Tutta un'altra musica è approdato sul grande schermo con il titolo Juliet, Naked.
Il modus operandi è rimasto invariato con il regista di turno coinvolto nell’adattamento di un libro che già nel DNA aveva incorporati i geni della settima arte. Ciò riduce lo sforzo creativo e facilita il processo di codifica in immagini e parole, queste ultime elemento centrale nelle storie dello scrittore britannico.
Le non poche analogie con Alta fedeltà però non passano inosservate, anche se gli elementi in gioco non danno i medesimi risultati.
Qui amore, rock e vita si intrecciano ancora una volta come i destini dei personaggi che animano il plot di una commedia romantica fatta di tira e molla, riavvicinamenti e bisticci amorosi, ma soprattutto di tanta zuccherosa glassa spalmata sulla timeline. Ciononostante il trio protagonista rende la visione piacevole, aiutando l’operazione a rispettare l’obiettivo prefissato, ossia di intrattenere un pubblico generalista e senza particolari pretese.