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Il potere evocativo del Natale sullo schermo è costellato di modelli sempreverdi, parabole dickensiane adatte a ogni età, sentimenti che riscaldano il cuore e il focolare. Netflix onora le feste e anche quest’anno regala una storia pirotecnica da mettere sotto l’albero. Nel 2019 a brillare era stato il cartone animato Klaus – I segreti del Natale di Sergio Pablos, mentre nel 2020 si abbandonano i disegni per passare al musical, alle scenografie imponenti di Jingle Jangle: Un’avventura natalizia di David E. Talbert.
I due film hanno molto in comune: un paesino innevato sospeso in un’altra dimensione, i buoni propositi e anche una certa attrazione per il cinema di Tim Burton. In Klaus le forme delle case potevano ricordare il classico Nightmare Before Christmas, qui invece l’esuberanza della messa in scena, i colori accesi si avvicinano di più a La fabbrica di cioccolato. E se in Klaus Babbo Natale era inizialmente un personaggio ruvido, rinchiuso nel suo dolore, anche il giocattolaio di Jingle Jangle ha un passato ingombrante.
Si parte da un espediente caro all’inventiva di Frank Capra e del suo La vita è meravigliosa: l’uomo probo sull’orlo della bancarotta. Questa volta l’angelo venuto a salvare il protagonista è una bambina molto speciale, capace di immergersi nelle formule matematiche come se fosse John Nash in A Beautiful Mind. Il nonno Forest Whitaker deve recuperare la sua creatività e riscoprire l’importanza della famiglia.
I valori canonici vengono rispettati, ma a colpire è lo spirito illuminato del regista. Si concentra principalmente sugli interni, e dà vita a elaborate coreografie. Trasforma la bottega nel suo palcoscenico, creando un regno fantastico dove tutto è possibile. Utilizza l’espediente del “c’era una volta” (la nonna che legge una favola ai nipotini), inventa un robottino volante che è un incrocio tra WALL•E ed E.T., e invita il suo pubblico a credere, attraverso “equazioni dell’impossibile” e “derivate dell’incredibile”.
Jingle Jangle è una sfaccettata sorpresa, un petardo pronto a esplodere per portare un po’ di magia in questi tempi difficili. Whitaker sfoggia il suo talento canoro, ed è un attore che sulla musica ha costruito forse il suo personaggio più bello: il Charlie Parker dello splendido Bird di Clint Eastwood. Dal sassofono, dal jazz, si passa a ritmi più moderni: qui produce John Legend, e la hit è di Usher con Kiana Ledé. Jingle Jangle conferma l’ottimo momento produttivo di Netflix, unisce le generazioni e per un paio d’ore riesce a farci sentire meno lontani l’uno dall’altro.