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Jimmy P.
Per il suo secondo lungometraggio in lingua inglese (dopo il non memorabile Esther Khan) Arnaud Desplechin si è ispirato a un caso-studio di un antrolopogo e psicanalista ebreo di origine ungherese, Georges Devereux. Scelta quantomeno bizzarra, che non lasciava presagire pirotecniche visioni.
In effetti il suo Jimmy P. (Psychotherapy of a Plains Indian) lamenta la mancanza di un'ossatura narrativa, rischiando di passare come il "trattamento" sbagliato di uno clinicamente riuscito. Al The Dangerous Method di Cronenberg, Desplechin oppone un più veritiero ma fiacco Boring Method, puntando tutto sul rapporto medico-paziente al netto di ambiguità e ammantato di rigore deontologico: se il primo è il Devereux sopra citato e interpretato da Mathieu Amalric (alla quinta collaborazione con Desplechin), il secondo (Benicio Del Toro) è il Jimmy Picard del titolo, un nativo americano che soffre di disturbi alla vista, fitte alla testa e attacchi di panico da quando è tornato dal fronte (seconda guerra mondiale).
Un po' come accadeva a Joaquin Phoenix in The Master, ma Picard ha più fortuna e trova il maestro giusto. Incontra Devereux alla clinica militare di Topeka, dove è stato ricoverato per un presunto disturbo della personalità. L'empatia tra i due uomini, entrambi stranieri in una terra che non sarà mai la loro patria, è nell'ordine delle cose, senza che questa travalichi i confini di un leale rapporto terapeutico.
Il film batte al ritmo delle loro sedute, ruminando parole e sogni, traumi infantili e complessi edipici. Spuntano qua e là piccole parentesi romantiche (Devereux ritrova una vecchia fiamma, interpretata da Gina McKee), diatribe diagnostiche (tra l'antropologo e gli altri dottori della clinica) e plastiche crisi del paziente.Impariamo che c'è una bella differenza tra l'esser matti e soffrire a causa delle ferite che si porta dietro l'anima, ma istruiti da una messa in scena senza guizzi, monocorde e riscattata solo in parte dalla performance dei due attori protagonisti (sottile e monosillabico Del Toro, decisamente energico Amalric).
Uno spot per la psicanalisi dagli effetti collaterali: se la visione incoraggia al lettino, non si pensa necessariamente a quello dell'analista.