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Oltre alla Commissione Warren c’è di più. Nel trentesimo anniversario di JFK, Oliver Stone torna a una delle passioni civili del suo cinema, appunto, e della sua vita: l'assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy a Dallas nel 1963. Lo fa con il documentario, prodotto dal fedele Rob Wilson, JFK Revisited: Through the Looking Glass, in anteprima a Cannes Premiere.
Narratori Whoopi Goldberg e Donald Sutherland, Stone torna sul luogo del delitto, stigmatizzando le aporie, i depistaggi, le coperture, le menzogne e gli intrighi che ammazzarono JFK una seconda volta.
L’occasione non è peregrina, bensì motivata dalla miriade di documenti sul caso recentemente declassificati, e dalle accreditate talking heads chiamate ad analizzarle: tra gli altri, l'investigatore Mark Lane, lo scienziato forense Cyril Wecht, il comandante John Newman, che illumina retrospettivamente il desiderio di Kennedy di ritirarsi dal Vietnam e i legami tra la CIA, responsabile ultima del delitto secondo Stone, e Lee Harvey Oswald, l'assassino dell'ex presidente.
Ricco, approfondito e coinvolgente, non trova la pistola fumante, ovvero notizie inedite e risolutive, ma rinfila la camera nel vulnus principe del Novecento americano e mondiale, dimostrando nei fatti i tentativi governativi e non di coprire l’assassinio, ovvero di falsificare la storia e la speranza incarnata da Kennedy.
Il proiettile magico, l’autopsia farlocca, le aderenze di Oswald, le implicazioni geopolitiche, la rivisitazione passa in rassegna elementi, prove, sabotaggi, revisioni con spirito, se non di verità, di passione e realtà. Il beneficio è del dubbio, ma s’avanza la certezza. In Italia dopo Cannes con I Wonder.