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Jackie & Ryan
Ci sono film che ti fanno stare bene, e Jackie & Ryan è uno di questi. In gara a Orizzonti, il terzo lungometraggio della figlia d'arte Ami Canaan Mann è un'esile love-story dalle note folk, che ricorda molto Once di John Carney, piccolo cult di qualche anno fa: anche lì protagonisti erano un musicista di strada, una donna-madre e la comune passione per la musica, ma stavolta non siamo in Irlanda bensì nello Utah, in quell'America sconfinata e profonda, dove le canzone folk cantano la terra e i tanti che l'hanno attraversata con il loro bagaglio di storie.
Delle innumerevoli esperienze di passaggio Jackie & Ryan ne sceglie una, non necessariamente esemplare ma a suo modo memorabile, quella di un folksinger vagabondo e del suo incontro con un'ex cantante pop finita a vivere in una sperduta cittadina di provincia con la madre e la figlioletta. Il primo ancora alla ricerca dell'onda giusta da cavalcare (un contratto discografico?), la seconda invece alle prese con un passato che non vuole passare, delle scelte infelici di ieri cui seguono quelle tormentate di oggi (è nel bel mezzo di una separazione e di una causa d'affidamento che potrebbe anche perdere).Le note, la dolcezza e la serenità di lui, il coraggio, la determinazione e l'amore di lei, tutto ciò che hanno da regalare a entrambi. E non sarà poco.
Jackie & Ryan non dice molto di più e non racconta nulla di nuovo, ma conquista per la genuinità dei due protagonisti - Ben Barnes e Katherine Heigl trovano la chimica giusta e sono bravi non solo in scena, ma anche con chitarra e microfono - e per quella pacata e struggente malinconia con cui si accosta all'America di periferia, l'America di case di legno ammuffite e di verande dirette a ovest, tra valli innevate e grandi orizzonti, l'America ruvida e genuina, povera di mezzi ma generosa, selvaggia e gentile, come ai vecchi tempi.
Dopo la provincia malata del Texas (Texas Killing Fields) la Mann getta uno sguardo riconciliante sul proprio paese, tenendosi sempre stretta i suoi margini e i lievi arpeggi emotivi dei protagonisti: una ballata delicata, calda, senza (quasi) conflitti. Come un accordo nascosto, prezioso, incastonato tra i paesaggi e le melodie scritte da un vero musicista di strada (Nick Hans).
Come dice la protagonista alla figlia nel finale: "Ci sono persone che non vengono per restare, ma per lasciarti un messaggio e poi ripartire".Questo film ci piace pensarlo così.