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Iron Man
Anima e ferro. Il magnate Tony Stark, industriale miliardario e geniale inventore, direttore generale delle Industrie Stark, prime fornitrici di armi per il governo americano, subisce un attentato durante un sopralluogo in Afghanistan per testare nuovi missili: rapito da pericolosi combattenti e costretto a costruire per loro le potentissime armi, sfrutta l'aiuto di un altro prigioniero e grazie al suo ingegno mette a punto un'armatura che gli permette di fuggire. L'esperienza vissuta lo convince ad un cambiamento di rotta per quello che riguarda la produzione della sua azienda e comincia a dedicarsi al perfezionamento della sua ultima invenzione. Il mondo intero d'ora in poi avrà un nuovo supereroe: Iron Man.
Nato dalla fantasia di Stan Lee (ovviamente presente con il solito cammeo, stavolta nei panni di un sosia del fondatore di "Playboy", Hugh Hefner...), Jack Kirby, Larry Lieber e Don Heck nel lontano 1963, Iron Man è l'ultimo personaggio della Marvel in ordine di tempo ad approdare sugli schermi: l'eccentrico Tony Stark non poteva trovare miglior caratterizzazione di quella fornita da Robert Downey Jr., perfetto quando si tratta di gigioneggiare e totalmente a suo agio tanto con le donne quanto con gli ultimi ritrovati della scienza tecnologica. E' proprio questa - oltre la componente fumettistica e spettacolare (onore al merito per la ricostruzione pressoché identica dell'armatura rosso oro disegnata da Adi Granov) - l'arma vincente di un prodotto che, diretto dal non fenomenale Jon Favreau, plasma a proprio piacimento la materia prima ma non ne compromette la natura, garantendo quasi sempre divertimento e azione.
Per la recensione completa leggi il numero di maggio della Rivista del Cinematografo