Io e te dobbiamo parlare, ecco, ma fatelo davvero. Il consiglio, spassionato, è per Alessandro Siani e Leonardo Pieraccioni: due comici, questi almeno, non fanno un film. Più che “una volante per due”, citando il classico natalizio in poltrona, un’opera raddoppiata e vieppiù dimezzata, né carne (Pieraccioni) né pesce (Siani), col napoletano che dirige ma, diremmo, ancor più si fa eterodirigere dal toscano – e da remoto, se non antitetico, rispetto alla sua vis.
Vi ricordate lo spot del Maxibon con Accorsi, ecco: du gust is pegg che uan.

I modelli - li ha citati il già ciclonico in conferenza stampa - sono alti, da Starsky & Hutch a Pozzetto, Montesano, Celentano e Verdone che furono, sicché la caduta è più gravosa: Io e te dobbiamo parlare, da Siani scritto con Gianluca Bernardini, e la collaborazione di Pieraccioni, non rassicura sullo stato di salute della commedia italiana, anzi, assevera che qui e ora frizzi e lazzi sono amari caxxi – almeno, a queste condizioni impoetiche. Va be’.

Produzione Italian International Film (Gruppo Lucisano) con Rai Cinema, interpreti Francesca Chillemi, Brenda Lodigiani e Gea Dall’Orto, nonché Euridice Axen, Tommaso Cassissa, Giovanni Esposito, Sergio Friscia, Biagio Izzo, Peppe Lanzetta e Enrico Lo Verso, porta in sala il sodalizio tra Antonio (Siani) e Pieraldo (Pieraccioni): una donna in comune (l’ex moglie del primo, Lodigiani), una figlia a metà (Dall’Orto, insopportabile) e una volante per due, gli agenti di polizia scopriranno che anche il pericolo può essere il loro mestiere. Per non dire del nostro, parliamone: l’ebbrezza di cacciare – siamo parchi – nove euro di biglietto e non divertirsi, vuoi mettere?

Le battute vane ed eventuali – Siani se ne esce con un “guai-fi” da antologia dell’orrore - si sprecano, per fortuna ci sono Friscia, Lanzetta e sopra tutti Esposito, che con calata “marchisciana” e (derivativa, pazienza) calza a rete in testa rapina le banche e ci ruba qualche risata. Ma tutto il resto… - non ho detto gioia.