La storia della principessa Sissi la conosciamo. Se ne è parlato in tutte le salse al cinema dove è stata protagonista di diversi film tratti dalla sua autobiografia. Qui il cambio di prospettiva, già nel titolo ovvero Io e Sissi, diretto dalla tedesca Frauke Finsterwalder, riesce a dare quel giusto tocco di novità a una storia già straconosciuta sul grande schermo e legata soprattutto alla serie interpretata da Romy Schneider. Il punto di vista è quello di Irma Sztàray, una contessa di mezza età, intrepretata dalla bravissima attrice tedesca Sandra Hüller, nota soprattutto per la sua interpretazione nel film Palma d’Oro al Festival di Cannes Anatomia di una caduta, ma anche nel recente La zona di interesse.

E la storia è questa: Irma raggiunge in Grecia, in una comune aristocratica composta di sole donne , un universo distante anni luce dalla fredda etichetta della corte austro-ungarica, l’imperatrice Sissi (Susanne Wolff). Lì Sissi vive in assoluta libertà lontana dal marito, il kaiser Francesco Giuseppe, moderna e anticonvenzionale è lei a decidere le regole del gioco, sebbene il mondo esterno minaccia di infrangere il suo mondo.

Musiche strepitose (che spazia dai Portishead a Nina Hynes) e questa chiave un po’ femminista incentrata sull’angolazione dell’amicizia tra due donne, due figure vissute nel XIX secolo, nonché la riflessione sul tema della libertà di questa favola dal sapore antico e al tempo stesso moderno e sul potere, riesce a catturare l’attenzione dello spettatore.

Molta l’attenzione sullo stato mentale di questa principessa irrequieta e desiderosa di sfuggire a una vita tranquilla, umorale, capricciosa, per un film che strizza l’occhio a Sofia Coppola e alla sua Maria Antoinette e che si vede con piacere.