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Una scena del film
Presentato al Festival di Venezia nel 2001, arriva sette anni più tardi nelle sale Invincibile di Werner Herzog. Ritorno al film di finzione per il regista tedesco dopo la lunga - poi ripresa - parentesi documentaristica, liberamente basato sulla reale vicenda di Zishe Breitbart (interpretato dal non attore finlandese Jouko Ahola, eletto "uomo più forte del mondo nel '97 e nel '99), giovane ebreo polacco, fabbro dotato di un'incredibile forza fisica. Notato da un impresario tedesco nel piccolo villaggio dove lavora con il padre, a Zishe viene proposto di esibirsi a Berlino. Con non pochi dubbi, il ragazzo accetta e si trasferisce in Germania. Qui diventa la nuova attrazione del Palazzo dell'occulto di Hanussen (Tim Roth), sedicente illusionista danese che, attraverso profezie ed ipnosi, cerca di ingraziarsi i nazionalsocialisti facendo propaganda per Adolf Hitler, sognando di poter diventare un giorno il suo "ministro dell'occulto".
Poveramente didascalico e televisivo in apertura e chiusura di racconto, comunque mai abbandonato dai colori del sogno, il film di Herzog riunisce e fa esplodere tutte le sue energie all'interno del palazzo dell'occulto, vero e proprio teatro nel teatro dove la magica poetica del cineasta tedesco riesce ad esprimersi al meglio: da una parte l'ingenua potenza del colosso protagonista (dapprima costretto ad esibirsi come "Sigfrid, nuovo eroe ariano", poi beniamino del popolo ebraico dopo aver svelato la sua reale identità), dall'altra la lugubre fascinazione per gli sguardi e il magnetismo di Hanussen (ciarlatano di gran classe, in realtà ebreo cecoslovacco che pagherà a caro prezzo le sue menzogne), in mezzo la triste Anna Gourari, pianista russa voluta dal regista per accompagnare, non solo con la musica, una delle vicende più insolite avvenute alla vigilia dell'ascesa hitleriana.