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Inventing Anna. Julia Garner as Anna Delvery in episode 104 of Inventing Anna. Cr. Nicole Rivelli/Netflix © 2021
Anna Delvey (Julia Garner), giovane ereditiera tedesca, è a New York per creare una fondazione artistica a proprio nome e, contestualmente, vivere alla grande frequentando la crème de la crème dell'alta società, vivendo nei migliori hotel di lusso e concedendosi vacanze da sogno nei resort più esclusivi. Ma il suo cognome in realtà è Sorokin: Anna è una truffatrice di origini russe che finirà in carcere per aver frodato migliaia di dollari ad amici, hotel e banche. Vivian Kent (Anna Chlumsky) è una giornalista che vuole scrivere a tutti i costi un articolo su Anna per rivalutare il suo nome dopo l'infamante accusa di aver diffuso delle fake news.
"Questa storia è completamente vera. Tranne per tutte le parti che non lo sono". Ogni episodio di Inventing Anna inizia con questo disclaimer perché la vicenda di Anna Delvey Sorokin è realmente avvenuta. Shonda Rhimes ha ideato la serie basandosi sull'articolo pubblicato sul New York Magazine a firma della giornalista Jessica Pressler dal titolo "Come Anna Delvey ha ingannato i newyorkesi che contano". I quali, nonostante la truffatrice sia stata condannata, non sono contenti di far sapere di essere stati abbindolati da una ventenne spiantata.
Ma come c'è riuscita? Figlia di persone comuni, emigrata in Germania alla ricerca di una vita migliore, la giovane ha capito durante un viaggio negli Stati Uniti che lì è facile "fare amicizia" con la gente che conta. E, semplicemente, l'ha fatto. Così, di conoscenza in conoscenza, ha rafforzato il suo personaggio di ereditiera con un fondo di sessantadue milioni di dollari appoggiati su conti tedeschi e un papà invadente e umorale che ogni tanto le blocca le carte di credito. Tutto falso, ma credibile. La giovane accumula così debiti fantasmagorici, finché la corda non si spezza. La narrazione inizia con Anna in carcere, in attesa del processo, che insiste nel confermare la sua storia contro ogni evidenza.
Inventing Anna. (L to R) Julia Garner as Anna Delvery, Saamer Usmani as Chase Sikorski in episode 102 of Inventing Anna. Cr. Aaron Epstein/Netflix © 2021Vivian intervista chiunque abbia avuto a che fare con Anna, ed è proprio attraverso il gioco dei flashback che il mosaico si ricompone. Non senza difficoltà, visto che la protagonista mente costantemente: "Fake it till you make it", ovvero menti finché non raggiungi l'obiettivo. Questo il centro dell'Anna-pensiero: un condensato di sconsideratezza, spregiudicatezza ed enorme fiducia in sé stessa. Anna è il lato oscuro del sogno americano, da sempre millantato come alla portata di chiunque.
Qui sta anche il problema che vizia la riuscita della serie: una volta chiarito l'inganno di Anna, la narrazione si fa ripetitiva, e tenta di raccontare come alcuni personaggi-chiave rimangano affezionati a lei nonostante le sue malefatte. Resta però incomprensibile il motivo per cui, contro ogni evidenza, anche gli spettatori dovrebbero empatizzare con Anna, una squilibrata anaffettiva priva di ogni rimorso che non esita a prosciugare i conti di chiunque – inclusa una delle sue migliori amiche.
Nonostante questo, la serie ha avuto un grosso riscontro di pubblico e molta risonanza. È un po' tautologico, a pensarci bene: il successo dell'articolo di Vivian, dicono i capi e i colleghi alla giornalista insoddisfatta del suo pezzo, si misura anche dal numero di discussioni che genera. "Funziona perché se ne parla", ovvero un'altra declinazione di "Fake it till you make it".