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Il treno per
il Darjeeling
Tre fratelli (Brody, Wilson, Schwartzman) si ritrovano ad un anno di distanza dalla morte del padre per rimettere in pari il loro legame, sfaldatosi negli ultimi tempi per chissà quale motivo: luogo deputato alla "rinascita" uno scompartimento del Darjeeling Limited, sorta di treno "spirituale" che attraversa quasi per intero l'India, nazione "mistica" per eccellenza dove, guarda caso, si è rifugiata la madre (Anjelica Huston) dei tre, ora missionaria in chissà quale convento.
Girato quasi per intero su un treno in movimento, l'ultimo film del genialoide Wes Anderson - regista sdoganatosi grazie a I Tenenbaum e poco compreso nel successivo Le avventure acquatiche di Steve Zissou - è l'insieme di alcuni spunti, anche autobiografici, raccolti nel corso degli anni: introdotto da un bellissimo cortometraggio prologo (Hotel Chevalier, interpretato da Natalie Portman e dallo stesso Schwartzman, coautore della sceneggiatura del film insieme al regista e a Roman Coppola), Il treno per il Darjeeling conferma quanto di buono dimostrato finora da Anderson, pur senza riuscire a svincolarsi dall'autoreferenzialità, cifra ormai inevitabile per rapportarsi al suo cinema. Diverte, in tal senso, Bill Murray (protagonista nelle tre precedenti pellicole del regista texano) che non riesce a salire sul treno in corsa, superato proprio dal nuovo arrivato Adrien Brody, di fatto "straniero" nella compagnia dei soliti noti capeggiata da Schwartzman e Wilson (per buona parte del film e sulla locandina dello stesso seminascosto da una fasciatura alla testa, macabro e grottesco presentimento di un tentato suicidio compiuto poi anche nella vita reale), così come è indubbio l'affiatamento dei tre interpreti principali, vero e proprio motore - insieme alla colonna sonora - dell'intero racconto. Che si sfalda di tanto in tanto, ma non dimentica di emozionare, ad esempio quando i componenti di un villaggio sulla rotta dei protagonisti si raccoglieranno insieme a loro dopo il rischioso, purtroppo inutile tentativo di impedire l'annegamento di un bambino.