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Il mostro della cripta. Eleonora Deluca, Lillo Petrolo, Nicola Branchini, Tobia De Angelis - Foto Loris Zambelli
È pieno di imperfezioni Il Mostro della Cripta. A cominciare dallo stesso mostro, che sembra un grande insettone nero e che è ricostruito con effetti speciali ormai obsoleti. Eppure il fascino di questo film, presentato fuori concorso al Locarno Film Festival, risiede proprio nei suoi difetti e nel suo essere analogico.
Cultore del cinema di genere, dopo l’apocalittico zombie-movie The End? L’inferno fuori (2018), il regista romano Daniele Misischia porta in sala un altro horror. L’ambientazione non è più claustrofobica come quella del precedente. Questa volta infatti la storia si svolge a Bobbio, paesino emiliano, noto soprattutto per il suo festival organizzato dal regista Marco Bellocchio (che tra l’altro è nato lì).
Il vero protagonista in questo film non è però il luogo, ma sono i mitici anni ottanta. Anni che fanno da sfondo a una storia di nerd e di fumetti. Il giovane Giò (Tobia De Angelis), un giorno sfogliando l’ultimo numero del suo fumetto preferito, Squadra 666- Il Mostro Della Cripta, scritto e disegnato da uno dei suoi idoli, Diego Busirivici (Lillo Petrolo), si accorge di alcune analogie tra il racconto in quelle pagine e gli atroci avvenimenti che stanno seminando morte e terrore nel suo paese. La domanda è: c’è un mostro nascosto nella cripta della basilica di Bobbio?
Amanda Campana in Il mostro della cripta - Foto Benito TansiCommedia horror che pullula di citazioni, autoriali e non, da I pugni in tasca di Bellocchio a Nanni Moretti, da Spielberg ai Gremilins, I Goonies, fino a L’implacabile con Arnold Schwarzenegger. E che è anche condita da tanta letteratura di Stephen King, nonché da omaggi indiretti alla famiglia Adams (impossibile non rivedervi gli inquietanti Valmont), e diretti, come quello musicale al grande cantautore Francesco Guccini.
Nato da una sceneggiatura dei fratelli Manetti, che ne sono anche produttori, Il Mostro della Cripta affascina proprio perché ci tuffa in un passato mitico nel quale regna la fantasia. Nella sua semplicità questo film intrattiene piacevolmente, soprattutto dalla metà quando entra in scena Lillo, davvero perfetto nel ruolo. Nel cast anche Amanda Campana, Giovanni Calcagno e Chiara Caselli.