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Il mio compleanno foto Matteo Casilli
Riccardo non ha ancora diciotto anni, ma ha tanta rabbia in corpo: a farlo soffrire l’assenza della madre, una giovane donna ferita nella mente più che nel corpo. Vive in una casa famiglia sospeso tra la comprensione che gli riserva un’assistente sociale e le rigide regole imposte dagli altri collaboratori coltivando un unico sogno, tornare a vivere con l’amata mamma. Le strade per ricongiungersi sono però bloccate, non resta che la fuga verso un orizzonte che sembra luminoso ma è invece de
stinato a infrangersi contro il muro della cupa realtà.L’opera prima di Christian Filippi Il mio compleanno, realizzata grazie al sostegno di Biennale College, è un coming of age disperato che grazie a una scrittura limpida mette in luce le fratture interiori che ogni adolescente si porta dentro, e questo a prescindere dalle problematiche familiari. Figurarsi quando ad attarversa l’età più ingrata è un ragazzo la cui anima è spezzata, divisa tra il desiderio di normalità e la voglia di ribellarsi a tutto e tutti. Un giovane costretto a fronteggiare le debolezze psichiche della madre senza avere alcuno strumento se non il proprio amore disperato.
Un tema, quello della malattia mentale, che il cinema italiano difficilmente affronta ma nel quale invece il regista si è immerso viaggiando fianco a fianco con il protagonista, mostrandone le inquietudini e gli sbalzi di umore fino al momento in cui è costretto a prendere atto dei seri disturbi della donna. Un cammino emotivo che la regia sottolinea aderendo alla figura fisica del giovane Zackari Delmas, attore sorprendente per naturalezza e doti recitative. Corpo dell’attore e corpo del film coincidono infatti perfettamente, regalando a Il mio compleanno uno sguardo sorpredente oltre che necessario per calarsi dentro a una storia in cui a contare sono i sentimenti e le reazioni emotive più che lo svolgersi dei fatti. Non meno efficaci sono Silvia D’Amico nei panni della madre bipolare insieme a Giulia Galassi e Simone Liberati, interpreti degli assistenti sociali che si prendono cura di Riccardo.
Il mio compleanno è un film che si stacca nettamente dal panorama italiano e che scarta facilmente i rischi del cinema indipendente a basso costo, primo tra tutti l’abusato sottogenere della periferia romana, per quanto i protagonisti a quella appartengano. Soprattutto però è nel tratteggiare delle figure a tutto tondo e nello scavare fino in fondo nelle psicologie che trova una rara compiutezza, laddove sarebbe stato facile cadere nella trappola dello stereotipo. Una sola opera forse non basta per dire che è nato un autore, ma certo le premesse ci sono tutte. Il suo film, non c’è che dire, è una boccata di aria fresca.