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Il mio angolo di Paradiso
Il mio angolo di Paradiso? Sarà, ma è un cantuccio di cinema: zeppo di sentimentalismo a buon mercato, costruito su ricatti emotivi e assortiti e - udite, udite - in omaggio c'è pure la Madreterna Whoopi Goldberg nell'Aldilà. Il resto? Lacrime e moine, cuoricini e malattia, filmati a passo due: Kate Hudson vive e lotta senza di noi, ma si becca un cancro. E' finita? Neanche per sogno, si innamora del dottorino Gael García Bernal, che alla prima prova tout court da romantica lead fa un clamoroso buco nella melensaggine più balbettante. Gli si chiede romanticismo e tenerezza? Lui ricambia con mossettine e sorrisini imbarazza(n)ti, tanto per non perdere la scia fastidiosa della Hudson. Senza voler scomodare Dante, due ignavi, che girano in sala il calvario che gli toccherebbe di diritto, pardon, script: loro si tengono la fiaba, quella pervertita ma stucchevole del “E morirono felici e contenti…”. Non bastasse, oltre a suor Whoopy ormai in formato Whopper (l'hamburger), c'è l'ex attrice Kathy Bates, un nano che parte gigolo e finisce guru, e la malattia terminale: non quella della Hudson, ma quella di Hollywood, che non solo (ri)scrive all'infinito stilemi triti e ritriti, ma lo fa pure male. Insomma, una rom-com, questa di Nicole Kassell, da mettere nell'angolo, in castigo, e un SOS per soccorrere il binomio cancro e cinema: qualcuno ci porta in Italia Stopped on track di Andreas Dresen, capolavoro di sofferta verità passato a Cannes?