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Il ministro
Quale è l'esercizio dello Stato? Acuta risposta quella di Pierre Schoeller: Il ministro (L'exercice de l'Etat) s'è assicurato il premio Fipresci a Cannes 2011 e unanime plauso di critica e pubblico. Al centro, il titolare dei Trasporti francese Bertrand Saint-Jean, interpretato dall'ottimo Olivier Gourmet, che una notte viene svegliato da un tragico incidente: macchina e elicottero per precipitarsi sul posto, piangere i 13 giovani morti, fare una dichiarazione e poi ripartire. Con una sosta inattesa: Bertrand vomita, ma non molla: riunioni, schermaglie con la moglie, rovelli a occhi aperti, incubi sessuali (una donna nuda che si infila nelle fauci di un coccodrillo), il triangolo con il capo di Gabinetto Gilles (Michel Blanc) e l'autista Martin Kuypers (Sylvain Deble) e il tran-tran frenetico e rognoso della politica.
Bertrand non è un mostro: non è il Sarkozy de La conquete e nemmeno un novello Caimano, il suo lavoro lo fa bene e con intermittente umanità, ma colpevoli sono le regole stesse del gioco che ha deciso di giocare. Non è un esercizio salutare, e Schoeller ce lo dichiara subito nella fotografia livida e nelle incursioni musicali per scuotere le nostre coscienze silenziate dal Sistema. Prodotto dai Dardenne, il tallonamento politico della politica: è anche la nostra, eppure, noi quando lo faremo un film così?