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Il mercante di pietre
Il mercante di pietre (preziose) è un cristiano convertito all'Islam, interpretato da Harvey Keitel. Wahabita, il califfo bianco ha ammazzato in nome di Allah seguendo la strategia della colomba: individuare una donna, sedurla e utilizzarla quale inconsapevole strumento di distruzione. Questa volta mette gli occhi sulla fragile moglie (Jane March) di un docente universitario (Jordi Molla) che ha perso le gambe nell'attentato all'ambasciata Usa di Nairobi nel 1998. E' la donna, ignara, a portare sul traghetto Calais-Dover una bomba sporca fabbricata dal capo della cellula terroristica (F. Murray Abraham). Tra i primi nel panorama cinematografico mondiale, Renzo Martinelli si accosta al terrorismo di matrice islamica con una co-produzione italo-inglese liberamente ispirata al romanzo Ricorda di dimenticarla di Corrado Calabrò. Frutto di una poderosa documentazione storica, Il mercante di pietre pare tuttavia il topolino partorito dalla montagna. Un topolino roboante (regia esibizionistica, fotografia trademark Martinelli, dolby surround allo spasmo) e unidirezionale nella sua opposizione ideologica a un Islam inteso e mostrato quale monade. Se la tensione è costante, Keitel, Molla e Abraham (quasi) all'altezza delle aspettative, il film non difetta nemmeno in incongruenze, inverosimili coincidenze e costruzione a tesi. Quanti lo vedranno, comunque, capiranno che queste critiche negative sono garanzia di un bel film...