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Hysteria
Nell'Inghilterra del 1880 l'anziano dottor Dalrymple (Jonathan Pryce) lenisce le ansie e i turbamenti del gentil sesso (diagnosticati come "isteria") praticando uno scientifico e ultraredditizio massaggio lì dove non batte il sole. Assunto da poco come assistente, il giovane dottor Mortimer Granville (Hugh Dancy) rivela notevoli qualità, ma l'incontro con la figlia ribelle di Dalrymple, Charlotte (Maggie Gyllenhaal), che ha abbandonato il lusso e gli agi per dedicarsi ai poveri e alla difesa dei diritti delle donne, lo allontana strada facendo da quel "radioso futuro" che il principale aveva in serbo per lui. Fino a quando, anche grazie all'amico di sempre, l'inventore progressista Edmund St. John-Smythe (Rupert Everett), ossessionato dalla nuova scoperta dell'elettricità, non concepisce il primo modello di vibratore elettromeccanico...
Come non sbellicarsi di fronte a donne di altri tempi, vestitissime, (quasi) tutte over 50 sdraiate a gambe larghe per "curare" la propria inquietudine grazie al "magic touch"? E come non "stupirsi" del percorso del giovane Granville, dottore cacciato ad inizio film da un ospedale perché troppo informato sulle nuove scoperte in fatto di germi e altri progressi in campo medico? Ha già convinto molti Hysteria di Tanya Wexler, forte di un "richiamo" pubblicitario che in un paese pruriginoso e frustrato come il nostro non farà fatica ad attecchire. Il pregio del film, però, va ricercato nel tratteggio di un personaggio femminile che Maggie Gyllenhaal riesce a rendere con un buon mix di sana follia e, perché no, simpatica "isteria": femminista socialista ante litteram, la sua Charlotte - insieme allo stravagante Everett - tiene in piedi il racconto (strutturato con una prevedibilità che sa di furbizia) fino ai titoli di coda. Prima dei quali anche la non più avvenente Regina Vittoria avrà modo di sperimentare la nuova, vibrante scoperta.