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Hotel Transylvania
Inutile competere con i prodigi tecnici dell'animazione targati Pixar, DreamWorks o Blue Sky. Meglio concentrarsi sulla funzionalità della storia e sulla simpatia dei personaggi. La trama è semplice ed efficace: tutti i mostri più famosi della storia del cinema vengono ospitati nell'hotel del titolo, costruito dal Conte Dracula per tenerli lontani - soprattutto la sua adorata figlia Mavis - dal mondo malvagio degli umani. Ma cosa succede se nell'albergo arriva un ragazzo che s'innamora della vampira?
Genndy Tartakovsky ha strizzato l'occhio all'animazione vecchio stile. Se a livello puramente visivo il suo prodotto è volutamente retrò, rimane comunque totalmente contemporaneo nella gestione del ritmo indiavolato e nell'efficacia di gag e battute. Hotel Transylvania in maniera piuttosto intelligente cerca di ritagliarsi un proprio spazio di nicchia, vagamente cinefilo e insieme diretto al pubblico dei giovanissimi. Il risultato è godibile, e quando Tartakovsky si permette anche una personale sferzata verso il cinema contemporaneo che ha sbiadito, se non addirittura impoverito la figura del vampiro, la simpatia nei confronti di questo film diventa vero e proprio apprezzamento.