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Nel 2012 il primo Hotel Transylvania fece 358 milioni di dollari nel mondo, a fronte di un budget di 85; tre anni dopo il sequel ne incassò 473, ovvero quasi 400 in più di quanto costasse (80): di fronte a questi dati, non c’è due senza tre, si capisce.
Il terzo, Una vacanza mostruosa, ancora per la regia del moscovita Genndy Tartakovsky, ancora con le voci di Claudio Bisio (Drac) e Cristian Capotondi (Mavis), è costato 80 milioni e in appena 18 giorni (uscita nelle sale americane il 13 luglio, dati del 31 luglio) ne ha messi in cascina 285.
Nella nuova intrapresa della Sony Pictures Animation, Drac è “costretto” da Mavis a concedersi una crociera con la famiglia. Sarà la nave il posto giusto per innamorarsi, per provare un secondo, impossibile “zing”? La compagnia, ovvio, è mostruosa, le attrazioni insolite, le escursioni alla carta, e c’è di più: Drac si innamora, perdutamente se non sciaguratamente, di Ericka, il misterioso, fascinoso e umano capitano della nave. Ma è una buona novella o un potenziale ordigno fine-di-mondo per i mostri?
Diciamo, innanzitutto, che la carne al fuoco non è molta, le sottotrame esangui, l’epilogo – c’entrano i Van Helsing, e come no? – scontato: latita, per prima, la sceneggiatura, qualcosa capace di arricchire, rinverdire e esaltare il trito boy-meets-girl, ovvero mostro-incontra-umana.
Le incongruenze si sprecano, la trappola acchittata per Drac non si capisce come, e il copia-incolla è inter e intrafilmico: per dire, canetti pestiferi che ammorbano i genitori cani; una canetta che sta con il figlio di Mavis e John, Dennis; un cane gigante; pure troppo e così poco variegato, per non dire originale.
Gli amici di sempre, di Drac, ci sono, Frankenstein, Murray la Mummia, Wayne il lupo mannaro e Griffin l'uomo invisibile, ma anche loro sono a mezzo servizio: sparute le trovate, palpabile la fatica drammaturgica, più che vacanza è una noia mostruosa.