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Hell or High Water
Il sogno americano muore nelle praterie del Texas. Le terre che hanno ospitato James Dean e Rock Hudson ne Il Gigante si inaridiscono sotto i colpi della crisi, con le banche che stritolano i poveri abitanti. Ognuno cerca di sopravvivere a modo suo, e il cinema di Mackenzie racconta l’infelicità di un mondo senza speranza. Nelle grandi città gli uomini cercano di realizzarsi, ma in provincia non c’è spazio per le ambizioni: tutti vorrebbero scappare e nessuno prepara le valigie. Così va in scena il dramma di una famiglia sul lastrico, disposta a tutto pur di tenersi almeno la casa.
I fratelli Toby e Tanner combattono per motivi diversi. Non sono nell’esercito, ma la loro battaglia si svolge nel quotidiano, dove i soldi non bastano mai. L’uno vorrebbe riscattare il ranch di famiglia da un’ipoteca troppo gravosa, l’altro è un ex galeotto alla ricerca di emozioni forti. Da giovane ha sparato al suo vecchio, poi è stato in prigione, e ora non vuole abbandonare la cattiva strada . Tanner “il pazzo” è l’unica salvezza per Toby, padre di famiglia che vuole regalare un futuro migliore ai suoi figli. Rapinare banche diventa una necessità, anche solo per dare un po’ di colore alla monotonia del paesaggio attorno a loro. Ma due criminali non vanno lontano quando a inseguirli c’è un ranger come Jeff Bridges.
David Mackenzie abbandona le atmosfere da prison movie di Starred Up, e si lancia in un western moderno dai caratteri esistenzialisti. Narra la lenta discesa verso gli inferi di un uomo perbene, che non ha alternative se non smettere di vivere. Toby, interpretato da Chris Pine, si infrange contro una società che non si occupa del singolo. Ciò che conta è solo il dio denaro, che tutto può nella notte delle finanze americane. Il cittadino si trasforma nel terrore della sua comunità, e la natura rimane a guardare mentre le proprie creature si scannano.
Jeff Bridges rappresenta una giustizia ormai al capolinea, un uomo che da lì a tre settimane si godrà la pensione dopo anni di onorato servizio. Ma ancora una volta il meritato riposo non fa gioire, perché il poliziotto senza paura non ha una famiglia, non ha un buon motivo per tornare a casa, se non una birra e qualche partita in televisione. Rimanere senza lavoro è una morte prematura, che non interessa nessuno. Ognuno vive la propria tragedia senza badare agli altri e, come naufraghi, i protagonisti cercano di rimanere a galla in un oceano più grande di loro.
Hell or High Water è un film solido, che si prende i suoi tempi nel far decollare la storia. Preferisce soffermarsi sui personaggi, e far capire il movente del crimine, di cui alla fine siamo un po’ tutti colpevoli. Mackenzie non vuole giustificare i misfatti, ma farne comprendere l’origine, nella speranza che qualcosa possa cambiare. Intanto la follia collettiva sale in cattedra, e attraverso un po’ di ironia riesce anche a far sorridere la platea. Il ritratto di una piccola realtà ormai condannata colpisce più degli alti grattacieli di New York.