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Harry Potter e
l'Ordine della Fenice
Finite le vacanze, Harry Potter torna alla scuola di Hogwarts. L'accoglienza non è delle migliori, però: il tribunale del Ministero della Magia lo ha assolto con poca convinzione da un'accusa infamante (aver usato le arti magiche al di fuori della scuola, in verità indispensabili per affrontare l'inaspettato attacco di due Dissennatori), quasi tutto l'ambiente è certo che le sue dichiarazioni sul ritorno del perfido Lord Voldemort siano fasulle e, niente meno, che il preside Albus Silente stia tramando alle spalle di Cornelius Caramell per diventare il nuovo Ministro. Per questo, come insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, viene mandata alla Scuola di Magia e Stregoneria l'ambigua, ottusa e conservatrice professoressa Dolores Umbridge (bravissima Imelda Staunton). E poco a poco, incalzato soprattutto dagli amici Ron ed Hermione, Harry inizierà a radunare intorno a sé un numeroso gruppo di compagni per insegnare loro come difendersi contro le Forze Oscure.
Daniel Radcliffe è cresciuto. Il maghetto che è in lui (per esigenze di racconto ancora quattordicenne, e poterci credere sarebbe davvero fantastico!) prova a tenere il passo, finalmente e tristemente conscio che la salvezza di una parte - quella della Magia "buona" - passerà inevitabilmente dalle sue mani: l'Ordine della Fenice, sorta di organizzazione clandestina fondata dallo stesso Silente e tenuta in piedi, tra gli altri, dall'ex prigioniero di Azkaban Sirius Black, ne è consapevole da tempo e confida in Harry per combattere le forze del male incarnate da Voldemort e dai nuovi seguaci che sta raccogliendo, tra cui la Mangiamorte Bellatrix Lestrange (Helena Bonham Carter, per la prima volta nella saga), cugina di Sirius Black.
Il mestierante David Yates - già scritturato per il prossimo capitolo - riprende il discorso lasciato in eredità dai predecessori Cuarón e Newell (i primi due episodi diretti da Columbus sembrano lontani anni luce), affrontando con intelligenza e miglior dono della sintesi quello che, fino ad oggi, può essere considerato l'adattamento più interlocutorio della saga: la transizione è definitiva, certo, Harry Potter sarà talmente vicino a Voldemort che il rischio dell'empatia totale verrà scacciato con forza insperata, ma quello che resta, alla fine, è il convincimento di una sospensione che d'ora in avanti potrà essere risolta solo da una dipartita. Sul grande schermo la questione si risolverà non prima del 2010 (ancora due trasposizioni), ma le librerie di tutto il mondo - almeno per le copie in lingua inglese - si preparano al grande assalto del prossimo 21 luglio, giorno in cui, in molti sono pronti a giurarlo (e Daniel Radcliffe, come biasimarlo, se lo augura davvero) Harry Potter morirà per sempre.