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Hancock
Salva e distruggi. Pare che Hollywood sentisse la mancanza di un supereroe disfunzionale. Da educare, naturalmente. Lo ha detto perfino Michael Mann, principe dell'action movie, tra i produttori di Hancock. Lacuna colmata e casse riempite, il blockbuster diretto da Peter Berg (The Kingdom) deriva in realtà la sua unica forza d'attrazione nel carisma di Will Smith. Ovvero la star formato bancomat che trasforma in successo (leggi incasso) tutto quello che tocca.
Nei panni del supereroe alcolizzato, senza tetto, nevrotico e ai limiti del fuori legge, Smith ha consacrato il diritto del "diverso" a diventare "normale" e cioè un protagonista a pieno titolo di un prodotto da major. John Hancock - nome di sacra memoria istituzionale in Usa, essendo uno dei firmatari della Dichiarazione d'Indipendenza - è un concentrato di quanto rientri nel politicamente scorretto e sconveniente all'integrazione sociale. Pertanto, benché artefice di atti di eroismo soprannaturale, la popolazione lo detesta. La sua riabilitazione presso l'opinione pubblica diventa missione di un consulente di public relations (Jason Bateman). Il supereroe si adegua, paga lo scotto, e così facendo si riappropria di un passato problematico in cui - guarda caso - è coinvolta la moglie del suo educatore (Charlize Theron).
Ispirato a un soggetto più ardito (Tonight, He Comes di Vincent Ngo), il progetto è stato successivamente distanziato dalla fonte originaria per renderlo più commestibile alla massa. Procedimento quasi obbligatorio a Hollywood, che però ha creato non pochi problemi nel risultato finale. Hancock, infatti, aspira a troppe identità per un solo film. Che neppure un attore come Will Smith è riuscito a soddisfare completamente. Se la partenza ironica e avvincente prelude a un action-comedy, la drammaticità dei fatti che seguono e il registro serioso con cui sono raccontati appesantiscono il tutto, compromettendone l'equilibrio narrativo. E chissà se il film, nelle mani di Gabriele Muccino - che era tra i candidati a dirigerlo - avrebbe sortito un esito migliore.