PHOTO
Un'immagine di
Gone Baby Gone
Sbagliare è umano, ma spesso e volentieri è anche giusto. Ecco la filosofia di Dennis Lehane, quello che rende la sua opera letteraria palpitante e geniale. Autore di Mystic River, portato al cinema splendidamente da Clint Eastwood, ora viene riadattato ancora sul grande schermo grazie a Ben Affleck, che ha scelto, per l'esordio alla regia, una prova quasi impossibile, il suo Gone Baby Gone. Una storia di due giovani detective privati - Casey Affleck e Michelle Monaghan, troppo puliti ed educati per essere noir- la coppia "storica" di Lehane, nella vita e nel lavoro, Pat Kenzie e Angie Gennaro. Malvolentieri accettano di partecipare alle indagini sulla scomparsa di Amanda, 4 anni e un sorriso adorabile. L'unica cosa bella di un quartiere devastato e di una famiglia che definire disfunzionale è un umoristico eufemismo. Zio ex alcolista, zia bacchettona, madre tossica e che trasporta droga per arrotondare. Una storia brutta e dolorosa fin dall'inizio. Quello che i due giovani (appassionati nel libro, freddi nel film) non sanno, è che è solo l'inizio: il fango in cui nuoteranno schizzerà ovunque, il pozzo in cui cadranno sarà troppo buio e sporco per essere sopportabile. La vittima è una, i carnefici sono tutti gli altri e se (e quando) sono buoni o cattivi lo decidiamo noi, scoprendo di avere, forse, una morale più fragile e disastrata della loro. C'è troppo in una vicenda così: pedofilia, disagio, corruzione pubblica e privata, ipocrisia, codici etici paralleli e distorti. I reati che vediamo compiere- appropriazione indebita, consumo di droga, assassini, abuso di potere, sequestro- finiscono per essere più comprensibili e accettabili della vita "normale". Affleck, sceneggiatore da Oscar e attore da Razzie, si trova davanti un libro straordinario (in Italia pubblicato, come tutto Lehane, da Piemme) di uno scrittore sopraffino: poteva crollare miseramente e invece tiene botta, mostra una regia umile e matura, dialoghi buoni e un'ottima scelta e direzione degli attori (Ed Harris su tutti, Morgan Freeman d'ordinanza). E se non è all'altezza del nuovo maestro del thriller, sa comunque regalare un'opera vibrante e dolorosa. Talmente tanto che la tragica casualità e somiglianza con la vicenda della piccola Madeleine McCann (bimba inglese scomparsa in Spagna, sospettata la bellissima mamma) ne ha rinviato l'uscita in Italia, la rende incerta nel Regno Unito (per ora è prevista a giugno 2008), ha sconvolto la Spagna uscendo pochi giorni prima della tragedia. La realtà fa male.