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La leggenda narra che Godzilla fu ispirato da King Kong. Il regista Ishirō Honda vede il film del 1933 di Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack, e nel ’54 dà vita alla creatura nucleare più famosa di sempre. Godzilla nel tempo avrà accettato di essere “figlio” di King Kong? Come spesso accade, gli scontri generazionali sono burrascosi. Ad organizzare il match tra i due titani ci pensò lo stesso Honda nel ’62, e il titolo era già eloquente: Il trionfo di King Kong. Il ring è un vulcano, Kong viene colpito da un fulmine. I due cadono in mare, e Godzilla non riemerge. L’America (King Kong) sembra avere la meglio sul Giappone (Godzilla) mentre sono in acqua, anche se poco prima sul Monte Fuji in realtà la lotta stava per dare ben altro esito. Forse è per questo che si dice esista una versione in cui è Godzilla ad avere la meglio.
Dopo quasi trent’anni è tempo di una rivincita. Il MonsterVerse creato da Warner Bros convoglia in un secondo round dalle premesse frizzanti. Partenza sprint con il bellissimo Godzilla del 2014 di Gareth Edwards, poi Kong: Skull Island nel 2017 e Godzilla II – King of The Monster due anni dopo. Godzilla vs. Kong di Adam Wingard è quindi il punto di arrivo del franchise.
Gli ingredienti ci sono tutti: effetti speciali senza requie, battaglie all’ultimo sangue, urla e stridore di denti. Il monster movie raggiunge la sua dimensione più esplosiva, dove il focus è tutto sull’azione, e la macchina da presa si muove come se fosse su un ottovolante. A farne le spese è la vicenda, appena delineata, molto esile, talmente fragile che sembra schiantarsi sotto i colpi dei due giganti. Alcune linee narrative si perdono con l’andare dell’avventura, gli umani sono solo di contorno. Bisogna accontentarsi, e a quel punto può iniziare il divertimento.
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I grattacieli si sgretolano, le armi terrestri sono ormai superate. Vale la logica del “ti spiezzo in due”, in un gigantismo decisamente animale, dove ci si contende il territorio. Si abbandona lo spirito crepuscolare del precedente Godzilla II – King of The Monster, i colori sono accesi, il buio e la luce trovano un equilibrio. Ci sono ogni tanto intuizioni riuscite, come il richiamo a Jules Verne e il viaggio alla ricerca delle proprie origini di King Kong. In quel momento l’impossibile lascia spazio alla meraviglia, e si abbraccia la fantasia.
Il ritmo è selvaggio, ci pensa subito Godzilla a scatenare il finimondo. Serve quindi un degno contendente, pronto a scendere in campo con ogni mezzo. La natura (Kong) rivendica il primato sull’orrore della guerra (Godzilla), anche se la tecnologia prova a metterci lo zampino. Il personaggio interpretato da Kyle Chandler questa volta è marginale. Prendono il suo posto Alexander Skarsgård e Rebecca Hall, mentre la parte che riguarda l’eroina di Stranger Things Millie Bobby Brown è forse la meno riuscita.
Più interessante è la rinnovata tendenza a mostrare l’uomo in balia di divinità fuori controllo. La Zack Snyder's Justice League sottolinea con forza i risvolti cristologici di Superman. Allo stesso modo in Godzilla vs. Kong l’essere umano è spettatore, padrone di una realtà sull’orlo della distruzione. In questi anni bui, i tormenti delle persone comuni si riflettono anche su Hollywood.
Da giovedì 6 Maggio il film sarà disponibile per l’acquisto e il noleggio premium su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio premium su Sky Primafila e Mediaset Play Infinity.