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Quinto capitolo del MonsterVerse targato Legendary Pictures e Warner Bros., il film diretto da Adam Wingard (come il precedente Godzilla vs. Kong, 2021) prende le mosse nell’ecosistema della Terra Cava: luogo d’origine di tutti i Titani che ora ospita anche Kong, disperatamente alla ricerca di qualche suo simile. Nel frattempo, sulla Terra, Godzilla è un fedele alleato dell’umanità per la salvaguardia del pianeta, sventa le minacce portate da altri mostri giganteschi e si riposa accucciandosi dentro il Colosseo.
Quando però dalle viscere della Terra Cava iniziano a diffondersi strani segnali difficilmente comprensibili dagli esperti della Monarch (Rebecca Hall) ma misteriosamente collegati all’unica superstite della popolazione iwi (Kaylee Hottle), la superficie e le profondità del pianeta rischieranno di entrare in collisione: una terribile minaccia potrebbe stravolgere per sempre quell’equilibrio, Godzilla e Kong dovranno sotterrare l’ascia di guerra e allearsi per impedirlo.
Adventure, fantasy e action si mescolano senza soluzione di continuità, il peso specifico degli umani continua a sgonfiarsi (ed è forse un bene, considerando che le cose che funzionano meno sono proprio quelle relative ai vari snodi della trama che i vari personaggi “tentano” di spiegare di volta in volta…) a vantaggio di un’eloquente predisposizione per l’entropia e la catastrofe: gli ultimi 20 minuti del film sono un’esplosione mozzafiato di combattimenti e distruzione (l’ultima località terrestre a farne le spese sarà Rio de Janeiro, prima è toccato a Roma, Cadice, al Cairo e alle piramidi di Giza…), di riesumazioni leggendarie (da Skar King a Shimo, fino a Mothra, la regina dei mostri), di braccia bioniche potenziate (per Kong) e di cariche radioattive incontrollabili, CGI e live action convivono non sempre in maniera armonica, è vero, ma quello che conta è non soffermarsi poi troppo su queste quisquilie.
D’altronde, lo stesso regista Wingard ha dichiarato che il motto portante durante la lavorazione del film fosse “la semplicità è la chiave”: tra i due titani protagonisti, la linea narrativa predominante è quella di Kong, dapprima desolato e annoiato dopo aver perso il suo habitat di Skull Island, disperatamente in cerca di qualche suo simile, poi ultra-combattivo per liberarli dal giogo di Skar King. Con qualche rimando più o meno esplicito a mondi già esplorati (alcune panoramiche della Terra Cava ricordano la Pandora di Avatar), a figure già incontrate (la scimmietta con quegli occhioni non può non ricordare il Gollum del Signore degli Anelli), Godzilla e Kong – Il nuovo impero scivola via senza chissà quali pretese (i pochi momenti in cui sembra volersi prendere sul serio sono quelli relativi al rapporto tra Rebecca Hall e la figlioletta adottiva Jia, con annesse derive di legami naturali vs. legami affettivi). Come del resto è anche giusto che sia.