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Gli infedeli - Foto Andrea Pirrello
Nel 2012 un manipolo di francesi, tra questi Emmanuelle Bercot, Jean Dujardin, Michel Hazanavicius e Gilles Lellouche, ha realizzato il film a episodi Les infidèles, interpretato – tra gli altri – dagli stessi Dujardin e Lellouche, con Guillaume Canet.
Ora Stefano Mordini porta su Netflix (da oggi, 15 luglio), il remake italiano del film, con Valerio Mastandrea e Riccardo Scamarcio che si alternano come protagonisti in quattro episodi, e Massimiliano Gallo presente nel prologo (con Euridice Axen) e nell’epilogo.
Operazione curiosa, di fatto si tratta del rifacimento di un film francese che, a sua volta, “rifaceva” a suo modo alcuni film della commedia italica anni ’60 e ’70 (si pensi a Capriccio all’italiana, o a Quelle strane occasioni o, perché no, ai Mostri di Dino Risi), concentrandosi sulle varianti dello stereotipo che vuole il maschio irrimediabilmente “cacciatore” e fedifrago.


La sostanza, anche in questo caso, non cambia. La forma, forse, ne trae giovamento anche in virtù della regia monogama che garantisce una sorta di fil rouge (quantomeno estetico) ai vari episodi.
E così Mastandrea e Scamarcio passano con discreta disinvoltura da una situazione all’altra: il primo è chiamato ad un confronto “ideologico” (e molto divertente) con la moglie (Valentina Cervi) quando ammette la propria infedeltà per poi scoprire che anche la moglie l’ha tradito, dopo invece è il consorte silenzioso e dimesso (nonché pelato) di Marina Foïs, alla quale tutte le sere che esce racconta di andare a vedere partite di basket ma in realtà si rinchiude in un locale “innamorandosi” del glory hole.
Il secondo è dapprima un disperato che in trasferta lavorativa tenta in tutti i modi di rimorchiare chi capita dentro l’hotel, per poi invece vestire i panni di uno yuppie (grazie alle finanze della moglie, Laura Chiatti) beccato dalla consorte mentre si dirige in un albergo di lusso in pieno giorno con una sventola. Ma è proprio così o è stata un’allucinazione della donna?
Aiutato da una durata agevole (85’), Gli infedeli si lascia così vedere alternando momenti brillanti a situazioni più ambigue, si concede al “gusto” di qualche volgarità plateale, sfruttando discretamente la verve dei suoi interpreti, tutti – uomini e donne – abbastanza divertiti e in parte.
Certo, non si aggiunge molto alla già sterminata filmografia sull’argomento, ma per una sera (domestica) di mezza estate lo sforzo può valere la candela.