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Gli infedeli
Finalmente. Dopo i tanti knockout che i cugini d'Oltraple ci hanno inflitto – buon ultimo, Quasi amici - possiamo prenderci un'azzurra rivincita, e ringraziare Jean Dujardin & Gilles Lellouche, i due dei ex machina de Gli infedeli, film a episodi con regia collettiva - con loro, Bercot, Cavayé, Courtès, Hazanavicius e Lartigau - e cast assortito - c'è anche Guillaume Canet e la moglie di Dujardin,Alexandra Lamy. Tentativo confesso - lo dice Lellouche - di scopiazzare I mostri di Risi, viceversa, non va oltre un'accozzaglia di situazioni risibili, mood pecoreccio e ilarità al lumicino: forse, si son divertiti a girarlo, ma guardarlo è tutta un'altra cosa. Dietro e davanti la macchina da presa, Gilles e l'oscarizzato (The Artist) Jean incarnano uomini sempre meschini, talvolta vigliacchi, raramente scaltri, prestandosi alle diverse facce - da schiaffi - dell'infedeltà maschile: occultano la verità, si smarcano dai rapporti seri, fanno sesso nella stessa camera. Insomma, due compagnoni, complici e libertini, ma variamente inetti, vanamente fascinosi, palesemente ottusi. E inseriti in una cornice episodica che o si rinnova o puzza di vecchio, come in questo caso.