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Giulia
Da subito si è distinto per aver saputo raccontare la tragedia di una generazione precaria e sempre in bilico. Al suo terzo lungometraggio, dal titolo GIULIA, il regista romano Ciro De Caro prosegue nella direzione intrapresa con Spaghetti Story (2013) e con il successivo Acqua di marzo (2016) e consolida ancora di più il suo stile e la sua poetica.
Protagonista è Giulia, una ragazza fragile che vaga alla ricerca di un posto e di un rifugio sicuro nel mondo. Giulia, interpretata dalla brava esordiente Rosa Palasciano (che è anche co sceneggiatrice del film insieme a Ciro De Caro), per via della crisi o della pandemia, ha perso il suo lavoro in un negozio di intimo. Ora ha trovato impiego presso un centro anziani. Anche se al colloquio aveva risposto in modo deciso: “Non sono depressa”, la frustrazione rimane, in primis quella di non aver avuto un bambino.
Verità e rigore sono le caratteristiche di questo terzo film di Ciro De Caro, che nuovamente ci racconta una generazione, quella dei trentenni, in modo libero, sincero e senza edulcorazioni. Uno stile naturalistico, ridotto all’osso, l’uso della macchina a mano, nessun reparto trucco, una recitazione quasi assente con attori lasciati liberi di spingersi oltre i confini della sceneggiatura e una colonna sonora inesistente (è presente una sola canzone che proviene dalla realtà della scena) rendono questo film fin troppo realistico e piuttosto unico nel nostro panorama cinematografico. A renderlo unico contribuisce anche il Covid, che entra nella storia sottotraccia, ma che è sempre presente in questa Roma assolata ripresa tra la prima e la seconda ondata della pandemia.
Purtroppo alcuni passaggi sfuggono un po’ dietro il vagabondare di Giulia, costantemente divisa tra il bisogno di sentirsi a casa e amata da qualcuno e una selvaggia e sacrosanta voglia di libertà, e talvolta la regia pare quasi un esercizio di stile in questa costante ricerca della verità.
Nel complesso comunque Ciro De Caro ci regala un ritratto molto realistico dei giovani adulti di oggi (tra cui un critico cinematografico piuttosto esilarante; Sergio, interpretato dal bravo Valerio Di Benedetto, qui nei panni di un ragazzo che ospiterà Giulia nella sua casa a San Lorenzo, e il suo amico Ciavoni) e ovviamente della protagonista, perfetta nel ruolo con il suo sguardo un po’ spaurito e i suoi capelli ricci e scompigliati. Il film è stato presentato in anteprima a Notti Veneziane- Selezione Giornate degli Autori in collaborazione con Isola di Edipo.