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Ginsberg, Kerouac, (Burroughs). Rivivono tutti in Giovani ribelli - Kill Your Darlings, ma bisogna capirsi: non ci sono scimmie, non ci sono sandwiches di realtà, non ci sono on the road, solo una confezione glam-pop servita alle Giornate degli Autori da John Krokidas, a ribadire dopo il funesto On the Road di Walter Salles che sulla carta è decisamente meglio, se il cinema è questo. Il disseppellire non fa che riseppellire, rinchiodare i chiodi alla bara, trasformando Allen, Jack e William – non è la parola giusta – in giovinastri di dubbio talento e tante – non è la parola giusta – facezie.
In realtà, Kerouac (Jack Huston) arriva dopo e tardi, William S. Burroughs è vedo-nonvedo, ovvero, il focus è sul triangolo tra l'imberbe Ginsberg (Daniel Radcliffe, l'Harry Potter che fu), il suo nume comportamentista Lucien Carr (Dane DeHaan) e il di lui amante David Kammerer (il Michael C. Hall di Dexter), con i primi due a sfidare le regole della Columbia University. Invero, goliardia abbastanza demente, zavorrata dal background familiare di Ginsberg, alcune tirate hipster in regia e la brutta sensazione che il film si tenga troppo caro - leggi, estetizzante, compiaciuto, divertito - per non finire suicida, come da titolo originale. Insomma, il press-book s'interroga: “Ma cosa erano – questi Ginsberg, Kerouac e Burroughs – prima che diventassero icone? Erano dei ragazzi”. La solita gioventù bruciata, direte, ma qui il fumo lascia un altro interrogativo: che li abbia bruciati questo film? Più che giovani ribelli, giovincelli imbelli.