Unità di luogo (un appartamento), cast corale: le premesse non possono non riportare al fortunato Perfetti sconosciuti, film del 2016 venduto in oltre 25 paesi nel mondo e titolo italiano che vanta il maggior numero di remake all’estero.

FolleMente segna il ritorno alla commedia di Paolo Genovese – dopo i meno fortunati, e meno convincenti, The Place, Supereroi e Il primo giorno della mia vita – e sin dal rilascio del primo trailer ha scatenato la più ovvia delle reazioni: “Ma è un plagio di Inside Out!”.

Detto che anche il celeberrimo titolo Pixar (con sequel annesso) doveva moltissimo ad un’idea precedente (quella di Herman’s Head, sitcom della Fox datata 1991-1994 poi arrivata in Italia con il titolo Ma che ti passa per la testa?) e ricordando che nel caso dell’animazione premio Oscar si era di fronte ad un vero e proprio coming of age restituito attraverso le dinamiche delle emozioni (mentre qui si tratta più che altro di tratti caratteriali) che popolavano la testolina della piccola protagonista, è giocoforza impossibile – guardando il film di Genovese – smettere di pensare a quell’idea di partenza. Che poi, per carità, è vero (come ha ricordato lo stesso regista in occasione della presentazione alla stampa) che la matrice del personaggio “pluriabitato” animava già gli spot realizzati per la Rai insieme a Luca Miniero nel lontano 1999, quindi probabilmente stare qui a questionare sulla paternità di un’idea e sull’opportunità, o meno, di riapplicarla in un altro contesto lascia il tempo che trova.

Papaleo, Giallini, Lastrico e Santamaria in FolleMente - Foto Maria Marin
Papaleo, Giallini, Lastrico e Santamaria in FolleMente - Foto Maria Marin

Papaleo, Giallini, Lastrico e Santamaria in FolleMente - Foto Maria Marin

Genovese si affida ad Edoardo Leo (Piero) e Pilar Fogliati (Lara) per quanto riguarda gli interpreti “di superficie”, lui 40enne professore di storia e filosofia, divorziato e con figlioletta, lei 35enne restauratrice di mobili spigliata e indipendente, collezionatrice di storie non proprio fortunate.

Il fatidico primo appuntamento avviene a cena, a casa di lei. Ed è il primo spunto che darà il via alle infinite discussioni, litigi, confronti che animeranno gli altri personaggi che popolano il film, quelli presenti appunto nella mente dei due protagonisti.

Da una parte – in Romeo – Il Professore (Marco Giallini), la voce della coscienza, la razionalità, Romeo (Maurizio Lastrico), il lato sensibile e romantico, Eros (Claudio Santamaria), lo slancio, l’impulso, la passione e Valium (Rocco Papaleo), la vena del disincanto, dell’inazione; dall’altra – in Lara – troviamo Alfa (Claudia Pandolfi), decisa, intransigente, femminista, Giulietta (Vittoria Puccini), sognatrice e romantica, Trilli (Emanuela Fanelli), la versione femminile di Eros, libera e irriverente, leggera e sarcastica, Scheggia (Maria Chiara Giannetta), anarchica e rock, irrequieta e sfrenata, praticamente il contraltare di Valium.

Puccini, Pandolfi, Fanelli e Giannetta in FolleMente - Foto Maria Marin
Puccini, Pandolfi, Fanelli e Giannetta in FolleMente - Foto Maria Marin

Puccini, Pandolfi, Fanelli e Giannetta in FolleMente - Foto Maria Marin

Dalla scelta dei preservativi prima di salire su a casa fino alla decisione di rimanere o meno a serata conclusa, passando per gli inevitabili momenti di impasse tra i due commensali, saranno loro a governare, o quantomeno a tentare di farlo, le sorti di questo primo incontro galante.

Contenuto nella durata (97 minuti), FolleMente prova sin da subito a stabilire con lo spettatore un patto (diciamo che per alcuni non sarà facile sospendere l’incredulità nel momento in cui Piero, tifosissimo della Roma, rinuncia al derby per accettare l’invito a cena…) da portare avanti senza pause: tutti gli impacci, le fragilità, le paure che animano i dialoghi di Piero e Lara sono sottolineati in tempo reale da questa polifonia che contrappone e sovrappone le varie e distinte anime che regolano la mente di uno e dell’altra.

Il regista Paolo Genovese sul set di FolleMente - Foto Maria Marin
Il regista Paolo Genovese sul set di FolleMente - Foto Maria Marin

Il regista Paolo Genovese sul set di FolleMente - Foto Maria Marin

Il giochino – in alcune occasioni anche molto divertente (pensiamo alla scena della cyclette o al Somebody to Love suonato e cantato all’unisono) – funziona grazie e soprattutto alla verve e all’amalgama di entrambe le compagini, il rischio è quello di avere la meglio sull’andamento e sullo sviluppo della storia stessa: è inevitabile così che l’apparato più brillante (quello in capo alle due squadre presenti nelle due teste) abbia sempre la meglio sui duetti tra Leo e Fogliati, spesso con il freno a mano tirato per esigenze di copione e per sottolineare le irrisolvibili differenze tra i due sessi e gli altrettanto inevitabili compromessi che bisogna accettare per mantenere in equilibrio qualsiasi rapporto di coppia. Quando invece, ogni tanto, basterebbe “spegnere la mente” e godersi i momenti semplicemente così, come arrivano.