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Parte fortissimo, questo spinoff della saga Fast & Furious, con Hobbs & Shaw arrivata al nono film. Una storia invecchiata, ma anche evoluta, da racing tutto sgommate e pistoni, a heist movie ad alto tasso di velocità e adrenalina, ma un pizzico, anzi, un bel po’ meno incentrato sulle quattro ruote. Hobbs e Shaw, antagonisti del passato (e tra loro), ora coppia mal assortita accostata ad hoc per una parentesi di riposo, più che gradita, dalla famiglia allargata a dismisura lungo le otto pellicole precedenti.
Dwayne “The Rock” Johnson e Jason Statham interpretano alla perfezione la doppia e complementare anima del film: caos ed eleganza, cuore e rigore, benché appena si scavi sotto la superficie si scopre che, tutto sommato, i due sono più simili di quel che sembra. Non solo per un assente approfondimento in fase di sceneggiatura, che sarebbe stato comunque superfluo, ma perché entrambi, ora, sono votati al bene comune.
Il passato? Dimenticato con un abile colpo di spugna: un’organizzazione malvagia di nome Eteon, ipertecnologica e con i mass media sotto controllo, ha creato le bugie e seminato “zizzania” tra gli eroi, ed è pronta a farlo di nuovo per il controllo di un virus apocalittico intercettato da Hattie. La sorella di Shaw è interpretata da una tostissima Vanessa Kirby, lanciata nel genere action da Fallout, l’ultimo Mission Impossible (nonché possibile prossima Catwoman).
Tutto considerato, cosa potrebbe mai andare storto, cinematograficamente? Un ipertrofico buddy movie con Idris Elba come villain e due protagonisti costretti a collaborare controvoglia, con una spia a far da sorella, per uno, e interesse amoroso, per l’altro. Non può non funzionare. E invece, forse proprio perché eccessivamente confortato dalle referenze, del tutto coincidenti con le proprie ambizioni, il film si sgonfia già nella fase centrale, dopo un inizio invece genuinamente folgorante, coreografico e deliziosamente bipolare, e solo in parte si riprende sul finale.
Nel mezzo, il ritmo rallenta, cede spazio a cameo ripetuti di due simpatici volti di Hollywood, ribadisce spiegoni e segue panegirici morali che, anche meno esplicitati, sarebbero stati chiari lo stesso. Inoltre, forse più grave, palesa una certa, martellante, ripetitività nelle sequenze di azione, solo di rado scongiurata. A girare il dito nella ferita, i trailer hanno mostrato durante la campagna promozionale pressoché tutti i migliori momenti del film che quindi, anche quando brilla, non sorprende.
È un peccato. Per un cult del genere, viste le premesse, bastavano estro e leggerezza, che di certo non mancano al regista: David Leitch dev’essersi innamorato un po’ troppo della gag, con Deadpool 2, e dimenticato invece di Atomica Bionda. Hobbs & Shaw colpiscono, e colpiscono duro, pure Elba & Kirby inquadrano bene i personaggi, ma resta poco altro. Il confronto con la citata maxi-saga di Tom Cruise è, ancora una volta, perduto, se non altro perché Ethan Hunt sogna più in grande. Sogna “l’impossibile”.