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Ernest e Celestine - L'avventura delle 7 note - credit Folivari - Mélusine Productions - Studiocanal - France3 - Cinéma Les Armateurs
Il grande e grosso orso Ernest e la piccola topina Celestine sono tornati e la loro amicizia non si è affatto affievolita. La celeberrima e quanto mai inconsueta coppia, costituita dalla piccola orfana con il sogno di diventare pittrice e dall’imponente musicista-intrattenitore amante del cibo, è di nuovo protagonista di una rocambolesca storia: Ernest e Celestine – L’avventura delle 7 note di Jean-Christophe Roger e Julien Chheng, nei cinema italiani dal 22 dicembre con le già collaudate voci italiane di Alba Rohrwacher e Claudio Bisio.
Per riparare il pregiato violino Stradivorso (divertente scimmiottatura del noto Stradivari) di Ernest, il duo affronterà un viaggio verso il paese natio dell’orso con la speranza di rintracciare l’unico liutaio in grado di poterlo aggiustare. Arrivati a destinazione, crogiolo di grandi strumentisti e compositori da sempre intenti a pervadere le strade con inebrianti melodie, scoprono che la musica in tutte le sue forme è stata bandita. Ad accezione della nota “do”, la combinazione delle altre è divenuta illegale e i “sovversivi”, ovvero coloro che clandestinamente le esercitano, ricercati dalle autorità.
Ernest e Celestine rimangono sbalorditi dalla notizia e, convinti di non poter vivere un'esistenza senza musica, decidono di fare qualcosa per risolvere la situazione e far sì che la spensierata normalità ritorni, anche se dovranno accettare il rischio di mettere in discussione sé stessi, rapporti familiari e rigorose aspettative.
Dopo lo straordinario film precedente, Ernest e Celestine, inno alla diversità e all'uguaglianza, sceneggiato da Daniel Pennac e candidato all’Oscar (lo stesso anno dello straripante disneyano Frozen), le tavole animate di Gabrielle Vincent riprendono vita per favoleggiare altre importanti tematiche.
Stavolta al centro della narrazione il rapporto genitori-figli e tutto il carico emotivo ed esperenziale che ne comporta. Seguire le proprie ambizioni o esaudire i desideri e le volontà dei genitori? Questa è la domanda che si porrà Ernest, costretto a fare i conti con il ritorno alle origini e con l’importante decisione presa in gioventù, responsabile della cogente delusione inflitta all’intransigente padre.
Un dilemma su cui il film animato aiuta a riflettere perché cerca di avvalorare la significativa rilevanza del ruolo genitoriale sul processo deliberativo di carriera, ma allo stesso tempo a condannare l’eccessivo controllo, il riversare sui figli eccessive speranze e non tener conto delle inclinazioni che ognuno di noi ha, ed ha il diritto di scoprire e sviluppare. Mostrare un interesse sincero consentendo loro di scoprirsi, senza palesare disapprovazione. Appurato questo, il compito del figlio dovrà essere quello di comprendere le motivazioni di tale sfavorevole giudizio e cercare il dialogo, pure e semplice.
E come nell'antecedente torna anche il tema dell'integrazione simbolizzato dal legame inscindibile tra gli affettuosi protagonisti che riescono insieme a valicare ogni tipo di barriera dimostrando come, nonostante le differenze, ci si possa voler bene anche senza una parentela di sangue.
Grazie a un’animazione lineare, priva di orpelli o macchinazioni tecnologiche e un porre sotto traccia argomenti più adulti per renderli comprensibili ai più piccoli, Ernest e Celestine – L’avventura delle 7 note diffonde piacevolezza e, pur non eguagliando la formidabile poesia del primo capitolo, lascia quel senso di impagabile serenità bambinesca.