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E ora dove andiamo?
Dopo Caramel, la libanese Nadine Labaki si chiede E ora dove andiamo?, con una commedia musicale sulle divisioni “religiose” in Medio Oriente. Si parte da un corteo funebre, coreografato con solenne ironia da un gruppo di donne tra cui Amale (la stessa Labaki, splendida), ma il pericolo è di genere: nel villaggio isolato arriva la tv, con le news sugli scontri tra cristiani e musulmani a Beirut, e gli uomini non ci passano sopra. Allah versus la Madonna, una moschea invasa da capre e pollame e la statua della Vergine in frantumi, ma le donne hanno il cuore e la ragione per la pace, finendo per assoldare delle danzatrici ucraine e drogare mariti e figli…
Nadine e le sue sorelle, dunque, vanno oltre fede e cultura, nel nome della comune umanità: tra fascinose sequenze in puro musical d'Arabia, si va per un altro mondo possibile, dove la pace è il quotidiano e “la guerra un'assoluta assurdità”. Condivisibile, certo, ma è una favoletta buonista, che non spinge il drôle de guerre verso satira e sovvertimento: si ride, ma senza scarnificare lo status quo, senza deflagrare la realtà in un altro mondo pacificato, ma non immemore. Pur implicito modello della Labaki, il palestinese Elia Suleiman è altra cosa.