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A quarant'anni non ti aspetti di morire in breve tempo. Purtroppo è quello che succede a Molly (Michelle Williams), falciata da una diagnosi medica che non lascia speranze, proprio mentre sta riprendendo in mano la sua vita e ricostruendo il rapporto con il marito Steve (Jay Duplass), che sa amare il suo corpo soltanto curandolo. Non è il "risveglio" del mite Walter White, che in Breaking Bad diventa cuoco di metanfetamine dopo la diagnosi di cancro, ma inevitabilmente anche Molly è costretta allo stesso bivio terminale: cosa fare del poco che resta da vivere? A cosa dare importanza? Ma anche: come comportarsi per rendere fiera di sé la sé stessa bambina di tanti anni fa?
Con la levità data anche dal formato breve, sulla mezz'ora per episodio, Dying for Sex, ispirato all'omonimo podcast ideato da Molly Kochan e Nikki Boyer e tratto dalla vita vera delle due, è un gioiellino che celebra la vita, l'amore, l'amicizia e i desideri in maniera anticonvenzionale e lucidissima, riuscendo a essere struggente ed esilarante allo stesso tempo. Non è sempre facile per lo spettatore gestire le pazze montagne russe emotive e fisiche che sono l'essenza della vita della protagonista.
Agganciati dal fluente monologo interiore di Molly, che dice quasi sempre il contrario di quel che pensa - "Come stai? "Bene" "(No, sto malissimo!)" - viviamo con lei ogni sensazione, al riparo da qualsiasi pregiudizio. È una di noi, Molly, essere umano imperfetto e dolente, capace di amare ed essere amata. Infatti non è l'amore quel che cerca, e lo dice esplicitamente. Eppure le manca qualcosa, e decide di prenderlo prima che l'inevitabile accada. Il corpo non può essere soltanto un ammasso di cellule sbagliate che la distruggono da dentro, può anche diventare il mezzo per provare del piacere con un'altra persona.


Da qui parte un viaggio sconvolgente, in cui eventi apparentemente lontanissimi tra loro trovano un senso e inaspettato affratellamento. C'è il riavvicinamento con una madre ormai estranea (Sissy Spacek) e la conoscenza col vicino di casa (Rob Delaney). Molly esplora giochi di ruolo, dominazione, perfino festini fetish con curiosità, scoprendo quanto vasto sia il pianeta dell'erotismo e in quante forme si possa declinare il piacere. La scoperta di sé stessa e degli altri è scandita da visite mediche ed esami, ricoveri e terapie, senza pietismo. Anche il perdono trova un suo spazio e una sua forma, mentre i mesi scorrono troppo velocemente.
Accanto a lei, fino all'ultimo momento, l'amica di sempre, l'attrice Nikki (Jenny Slate), un uragano caotico perennemente a contatto con le proprie emozioni, l'esatto contrario di Molly. L'amicizia che le lega è fortissima, di un'intensità che raramente è stata raccontata. Da qualche parte, tra una risata e un pianto, c'è una ridefinizione del concetto di anima gemella. Nikki accoglie e sprona, avvolge e rassicura, soffrendo all'unisono con l'amica con cui non potrà invecchiare insieme. Per esigenze di glamour Michelle Williams è di una bellezza radiosa fino all'ultimo respiro, e ha un rapporto idilliaco con sanità e assicurazione medica.