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Nel gelo di un’isola nordica ai confini del mondo (forse le Fær Øer), l’amicizia scalda il cuore di due ragazze alla scoperta della realtà. La natura indomita le abbraccia, e in un certo senso le stritola. Il verde si fonde con l’azzurro del mare e non si vedono altri colori fino all’orizzonte. Le case si contano sulle dita di una mano, intorno le colline, la nebbia che scende inesorabile e poi il buio. Gli amanti dei paesaggi mozzafiato trovano qui il loro rifugio ideale, ma le due protagoniste vivono i tormenti dell’adolescenza, e vorrebbero scappare, da se stesse e da quel paradiso terrestre.
Ester ha sedici anni e la sua famiglia la opprime, non la lascia uscire e controlla ogni suo passo. Lei cerca di ribellarsi, non sopporta la falsa spiritualità di sua madre e le continue prove del coro in chiesa. Il padre è un conservatore incallito, soffocante, che di sicuro non conosce il significato del titolo Dreams by the Sea, ovvero dei sogni vicino al mare. Un giorno, in paese arriva Ragna, una coetanea di Ester che deve districarsi tra un fratellino di otto anni e una mamma libertina, depressa, sempre attaccata al collo della bottiglia. Nasce un legame che in poco tempo cresce, esplode, e le porta a diventare inseparabili.
Dreams by the Sea è un teen drama di grande impatto visivo, che gioca con le classiche caratteristiche del genere trovando una propria originalità. L’opera prima della regista Sakaris Stórá funziona, anche se manca un po’ di audacia a illuminare la narrazione. Ester e Ragna si conoscono alla scuola domenicale e insieme affrontano le difficoltà del quotidiano. La piccola comunità guarda la straniera con sospetto, perché non si vuole omologare e cerca di rimanere in disparte. Intanto i mesi passano e la paura del domani si fa strada sempre di più nell’anima di entrambe.
Le due non sopportano la desolazione, e guardano al traghetto per il continente come l’unica via d’uscita. Ma il colpevole non è il cielo delle Fær Øer o della Danimarca, la prigione è dentro di loro, è nell’impossibilità di scrollarsi di dosso gli incubi e prendere in mano le loro esistenze. Dreams by the Sea è una storia di silenzi che urlano, di parole non dette e di sguardi fugaci, che sfociano nella tenerezza di salutarsi ogni mattina.
Solo i sentimenti spostano le montagne e ricordano l’umanità a chi è ormai risucchiato dalla frenesia della vita. Si può ancora sognare vicino al mare, su quelle spiagge dove bisogna stringersi forte per non battere i denti dal freddo. Tutti, almeno una volta, svegliandoci nel cuore della notte, abbiamo condiviso la timidezza di Ester o la voglia di scoppiare di Ragna. Gli opposti si attraggono e si uniscono. L’equilibrio è spesso un’utopia, quando nell’intimità la tempesta infuria.