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Benedict Cumberbatch as Dr. Stephen Strange in Marvel Studios' DOCTOR STRANGE IN THE MULTIVERSE OF MADNESS. Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2022. All Rights Reserved.
Rieccoci qui. Sì ma dove? Dopo Infinity War ed Endgame, ma soprattutto dopo No Way Home, torna il Doctor Strange di Benedict Cumberbatch. Sembrano passati secoli dal primo stand alone dedicato al personaggio (era solamente il 2016), semplicemente perché – appunto – nel frattempo nel Marvel Cinematic Universe è successo un po’ di tutto.
Anche per questo, forse, non ci sgomenta più di tanto il ritrovarci dal nulla catapultati in una giunzione ignota di chissà quale universo con Stephen Strange che tenta di salvare una ragazzina con misteriosi poteri da un gigantesco demone.
E ritrovarci, poco dopo, nel “nostro” universo, nuovamente al cospetto di questa “giovane” che da quel sogno è definitivamente piombata in questa realtà.
“I sogni sono lo strumento attraverso il quale vediamo noi stessi negli altri universi”.
Elizabeth Olsen as Wanda Maximoff in Marvel Studios' DOCTOR STRANGE IN THE MULTIVERSE OF MADNESS. Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2022La ragazza è America Chavez (Xochitl Gomez) – il primo personaggio LGBTQ latino-americano della Marvel, caratteristica che nel film viene solamente accennata attraverso un breve flashback in cui, da bambina, veniva cresciuta da due madri – e riesce a creare squarci tra i vari universi ma non sa controllare questo potere. Inseguita ovunque da questo demone, invoca così l’aiuto di Doctor Strange. Il quale, insieme al fedele Wong (Benedict Wong), conduce dapprima America al Kamar-Taj e poi cerca consiglio da Wanda Maximoff / Scarlet (Elizabeth Olsen), ma non sarà una buona idea…
Otto anni dopo Il grande e potente Oz, Sam Raimi torna alla regia di un lungometraggio e lo fa rientrando nell’Universo (anzi, negli Universi) Marvel dopo la parentesi della prima trilogia Spider-Man con Tobey Maguire: la mano del regista de La casa e dell’Armata delle tenebre è talmente riconoscibile (con tanto di cameo del suo attore feticcio Bruce Campbell, a tal proposito resistete anche per la seconda scena post credits) che, a buon diritto, si può considerare questa come la prima vera e propria incursione (fanta)horror per un titolo del MCU.
Benedict Cumberbatch as Dr. Stephen Strange in Marvel Studios' DOCTOR STRANGE IN THE MULTIVERSE OF MADNESS. Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2022Certo, il continuo andirivieni tra i vari Multiversi lascia spesso in sospeso la verosimiglianza di alcuni personaggi e situazioni, ma l’impianto visivo del film – che vivaddio, rispetto al recente filone, ritrova anche una “dimensione” temporale più prossima alla sopportazione, 127’ – e qualche innesto a sorpresa ben piazzato (“l’altra” Christine Palmer di Rachel McAdams, “l’altro” Barone Mordo di Chiwetel Ejiofor ma, soprattutto, la comparsa degli Illuminati…), sovraccarico, caleidoscopico, perennemente in bilico sul precipizio di un mondo e fagocitato vorticosamente in un altro (sequenza tra le più belle quella del viaggio senza fine attraverso i vari universi...), finisce per stabilizzarne paradossalmente l’intera cifra e narrativa.
Che è giocoforza poggiata sul plot twist visivo e cromatico, con tanto di omaggi sanguinolenti a classici come Carrie di Brian De Palma e alle mostruosità - più o meno aliene - care a tanto cinema degli anni '80.
Xochitl Gomez as America Chavez in Marvel Studios' DOCTOR STRANGE IN THE MULTIVERSE OF MADNESS. Photo by Jay Maidment. ©Marvel Studios 2022Una sorta di spaventoso divertissement incastonato nella cronologia dell'Universo Marvel destinato, chissà, ad aprire un nuovo sguardo - un nuovo occhio (quello di Agamotto...) su un franchise destinato davvero a possibilità infinite, e imprevedibili. Con tanto di (attesissima, bellissima) new entry nella prima scena extra dei titoli di coda.