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Roma oggi, un attico in centro, pieno di magagne ma di prestigio. L’hanno preso in affitto Vanni (Sergio Rubini), 50enne, scrittore affermato, ma con l’ultimo libro che non ha venduto bene, e Linda (Isabella Ragonese), 30enne, compagna e collaboratrice in incognito ai suoi libri o, meglio, all’ultimo libro. Stanno per uscire: mostra più cena con l’editore di lui (Paolo Repetti…). Ma il programma subirà un drastico cambiamento: responsabili, i loro migliori amici, la dermatologa Costanza (Maria Pia Calzone) e il cardiochirurgo Alfredo alias Prof (Fabrizio Bentivoglio). Anche loro sono una coppia: generone romano in purezza, pragmatismo prima che sentimenti. Ma quando Costanza scopre che Alfredo ha un’amante…
In cartellone alla Festa di Roma è Dobbiamo parlare, scritto (con Carla Cavalluzzi e Diego De Silva), diretto e interpretato ad Sergio Rubini, che porta al cinema il suo omonimo spettacolo teatrale. Non c’è da esserne troppo fieri, purtroppo, perché Dobbiamo parlare – incipit fatidico delle discussioni di coppia – è molto derivativo, quasi una crasi di Carnage e Il nome del figlio (a sua volta derivato dal francese Le prénom / Cena tra amici) all’interno non del Grande Raccordo Anulare ma delle mura aureliane.
A tirar su le cose non contribuiscono più di tanto gli attori: se Rubini, il migliore, è credibile e misurato e la Calzone si mette in scia, Bentivoglio pare più attento a parlare – con qualche topica… – romanesco che al personaggio (una macchietta), mentre la Ragonese è semplicemente inadeguata al ruolo. Non mancano battute a segno e di qualche spasso, ma – dobbiamo dire – il déjà-vu è la sensazione prevalente. Dobbiamo parlarNe?