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Diario di una schiappa 2
Chi non ha desiderato di essere figlio unico per almeno un giorno della sua vita non sa di cosa stiamo parlando. Gli altri, i “fratelli minori vessati nel mondo”, sì. E ovviamente solidarizzano con il protagonista di Diario di una schiappa 2 - la legge del più grande, presentato in anteprima italiana al 4° Fiuggi Family Festival e in sala dal 5 agosto. Greg (nato dalla penna di Jeff Kinney) ha superato l'Odissea della prima media e finalmente approda nel porto franco della classe successiva, convinto che avrà vita più facile. Quanto si sbaglia: non solo arriva in città una biondina dal sorriso disarmante, ma il fratello maggiore metallaro Rodrick si mette in testa di vincere un concorso per talenti locali incastrandolo in una strategia doc a prova di genitore. La madre, infatti, cura sulla rivista locale una rubrica di consigli su come tirar su la prole perfetta e s'inventa uno scambio monetario con i due più grandi pur di farli andare d'accordo. Ogni ora spesa insieme vale un “mammo-dollaro”, convertibile in un dollaro a fine esperimento. “Adesso - sospira Greg - lui viene addirittura pagato per torturarmi!”.
Finora il ricordo più inquietante era stata la “formaggite”, malattia immaginaria diffusa tra i corridoi delle medie alla velocità della luce. E invece no: Rodrick è il tipo che dispensa consulenze sentimentali del genere “Alle ragazze piacciono i delinquenti” e scrive compiti di storia sui dinosauri nel secolo scorso. Come uscirne?
Il film/diario offre siparietti esilaranti sul ventaglio di situazioni vessatorie tra le mura domestiche e scolastiche a carico di un tween. Estremizzando alcuni meccanismi e minimizzando altri crea un equilibrio ideale tra finzione e realtà in quella bolla di sapone che chiamiamo (pre) adolescenza. Tutto sembra amplificato, distorto, insormontabile ma poi basta un video su You Tube per fare la differenza.
Senza scivolare mai nella melassa, qui si toccano picchi di demenziale poesia come “The foot” (“Il piede”),l'horror Anni Settanta che Greg guarda clandestinamente - invece dei cartoon - con il migliore amico, il paffutello e pavido Rowley.
Ecco un modo divertente per rivivere gli anni in cui ci sentivamo troppo piccoli per organizzare feste e troppo grandi per giocare con i pupazzetti. In bilico tra l'universo dei grandi e quello dei bambini, senza appartenere a nessuno dei due, Greg è a suo modo un eroe, come la maggior parte dei coetanei, quelli esclusi dalla rosa dei “popolari”, che vorrebbero un manuale di sopravvivenza per le medie.
Fa il tifo per lui chi, suo malgrado, ha fatto parte dell'esercito degli imbranati tentando – senza risultati degni di nota - di entrare nella cerchia “che conta”. Da noi non è composta da cheerleader e quaterback, ma detta ugualmente legge. Quella del più forte o del più grande, di cui parla il film con deliziosa ironia, e da cui, per la durata della pellicola, non ci sentiamo più schiacciati né imbarazzati.