Fin dal “titolo due punti sottotitolo”, Dexter: Original Sin esplicita la sua dimensione di franchise cinematografico, ovvero di strategia di sfruttamento commerciale di un IP in tutte le sue declinazioni di prequel, spinoff e sequel. Nel caso del titolo Paramount +, la strategia di diffusione a goccia (un episodio alla settimana) è funzionale poi a mettere in comunicazione affettiva l’originale con il suo derivato, ricordandoci le origini ante-piattaforma del marchio Dexter, quando ancora le serie televisive erano chiamate telefilm.

Se Dexter: New Blood , andato in onda nel 2021-2022, era lo spinoff/sequel che raccontava quel che accadeva al personaggio dopo la conclusione della serie originale (8 stagioni dal 2006 al 2013), Original Sin riprende cronologicamente dal finale di New Blood – da Dexter morente sul letto di ospedale – per riposizionarsi temporalmente indietro – Dexter rivede in punto di morte i momenti salienti della sua vita.

TM & © 2024 Showtime Networks Inc. All Rights Reserved.
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Patrick Dempsey as Captain Aaron Spencer in Dexter: Original Sin, streaming on Paramount+, 2024. Photo Credit: Patrick Wymore/Paramount+ with Showtime (Patrick Wymore/Paramount+ with Showtime)

In attesa di Dexter: Resurrection, il vero sequel annunciato di New Blood, con Michael C. Hall che riprende il ruolo del detective assassino, l’operazione Original Sin è un sequel che si trasforma in prequel. Confusi? Tranquilli, è la vertigine narrativa delle moderne saghe.

Fortuna che questo Dexter prima volta è anche un Dexter prima maniera, con una scaltra riproposizione degli asset della serie, interpreti a parte. Situazioni paradossali, humour macabro, equivoco dei codici. Un wit che gioca sulla gaudente permeabilità di due mondi: la famiglia, l’ufficio, il laboratorio da una parte; l’inconscio, le pulsioni e le azioni criminose che ne conseguono dall’altra.

A garantire sulla riconoscibilità del prodotto è Clyde Phillips, già showrunner delle prime quattro stagioni della serie originale e poi di Dexter: New Blood. Il concept centrale di questo sequel-prequel potrebbe titolarsi così: le turbe del giovane Dexter. Una rimodulazione anagrafica che apre la serie alle possibilità del racconto di autocoscienza e alle situazioni tipiche della commedia giovanile. Ovviamente rigenerata dall’ironia dark della serie e dall’ambivalenza semantica di dialoghi, azioni e motivazioni del personaggio centrale – anche voice over e dunque punto di vista spiazzante della narrazione - rispetto alla banale normalità di un universo tardo adolescenziale.

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L-R: Christina Millian as Maria LaGuerta and Patrick Gibson as Dexter in Dexter: Original Sin, streaming on Paramount+, 2024. Photo Credit: Patrick Wymore/Paramount+ with Showtime. (Patrick Wymore/Paramount+ with Showtime)

Il resto è il doppio standard morale abbracciato dalla serie fin dalla sua fondazione: Dexter è sì un assassino, ma di altri assassini. Connesso perfidamente al côté familiare. Vinta anche la scommessa (la più scivolosa) sui nuovi volti della serie, a partire dal giovane protagonista, Patrick Gibson (già visto in The OA), che ha una somiglianza vagamente inquietante con Jannik Sinner. Competano il trio familiare “papà” Christian Slater e Molly Brown, nei panni della sorella Debra.
A conti fatti, le uniche novità degne di nota di un canovaccio fedele, nel bene e (ça va sans dire) nel male, all’originale.