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Detective Dee
Scarabei che instillano veleni brucianti, città sotterranee infestate da loschi individui, cervi che parlano, nugoli di frecce, incensi drogati, inseguimenti rocamboleschi a cavallo, su tronchi rotolanti, su elevatori primitivi, tra nemici insidiosi, amici traditori e compagni fedeli, a difesa di una statua gigantesca che nasconde oscuri pericoli. Indiana Jones? No, Di Renjie alle prese con l'avversata incoronazione dell'imperatrice Wu Zetian nella Cina del 690 dell'era cristiana. Con Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma (in concorso lo scorso anno a Venezia) Tsui Hark si cimenta con un vero e proprio kolossal di fantastoria corredato da effetti speciali, colpi di scena, spruzzate di magie orientali, inverosimiglianze e misteri vari, nel corso dei quali il sino-detective, pare realmente esistito, affilando alcuni strumenti della logica deduttiva che si ritroveranno poi in Mister Holmes e Monsieur Poirot e dotato di quella forza e prestanza che contraddistinguono, nell'immaginario letterario e cinematografico, tutti gli investigatori intrepidi e per bene, cerca di stanare i reprobi, vendicare gli offesi, proteggere i buoni, consegnare alla Cina un futuro di pace e giustizia (anche se la saggia imperatrice - unico dato realistico di tutto il film - il potere se l'è guadagnato con mezzi assai poco leciti, ma almeno ne chiede perdono e promette di non usarli più).
Tutto parte dalla statua di Budda - esattamente uno stupa - dalle sembianze femminili, enorme, stupenda e minacciosa, ossia la versione mandarina del Colosso di Rodi, e tutto ritorna e finisce con la statua, in un finale visivamente grandioso. Scontri e combattimenti sono perfettamente coreografati, il piacere del racconto è intessuto di particolari e impaginato con raffinata esibizione di mezzi, ma qui c'è, in aggiunta alle solite battaglie danzanti e alle antiche e ormai noiose epopee guerrafondaie orientali, anche il gusto per la narrazione, arricchita dall'imponenza visiva e dal gusto del dettaglio, di cui Tsui Hark sembra per entrambe essere maestro.