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Departure
Beatrice ed Elliot, madre e figlio inglesi, lui adolescente, compiono un viaggio nel sud della Francia per preparare la vendita della loro villa estiva. Il matrimonio della donna è ormai giunto al capolinea, mentre il giovane Elliot è alle prese con la scoperta della sessualità. Quando le strade di entrambi incrociano il cammino di Clément, un giovane parigino “approdato” nella campagna meridionale in seguito a traversie familiari, i desideri erotici repressi di madre e figlio trovano finalmente la giusta occasione per esplodere.
Il “teorema” dell’esordiente regista Andrew Steggall ha ben poco di pasoliniano, purtroppo e per fortuna, e il tema dello sgretolamento del nucleo borghese sembra arrivare ormai fuori tempo massimo. La pulizia dell’immagine è eccessiva, la Linguadoca è fotografata alla perfezione, ma quello che manca è lo sporco, il morboso, la sostanza insomma. Tutto è fin troppo british, sobrio e perfettino. Una ventina di minuti e qualche barocchismo stilistico in meno, infine, avrebbero giovato non poco alla migliore riuscita di un film che presenta comunque interpretazioni notevoli da parte dei due più giovani protagonisti, Alex Lawther (Elliot) e Phénix Brossard (Clément). In concorso ad Alice nella Città.