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Libby Day è l’unica sopravvissuta alla strage in cui hanno perso la vita la madre e le due sorelle. Una bambina di soli sette anni spaventata e sotto shock che, con la sua testimonianza, condanna il fratello maggiore Ben all’ergastolo. Un orrendo omicidio che inevitabilmente condizionerà il resto della sua vita.
Cresciuta tra solitudine e diffidenza, un giorno Libby viene contattata dal Kill Club, un gruppo nerd di “maniaci” di cronaca nera e casi irrisolti. Venticinque anni dopo quella tremenda notte, la donna viene convinta dal Club a rivedere la sua testimonianza, facendo chiarezza tra i ricordi e frugando nei luoghi oscuri della memoria. Il passato irrompe prepotentemente nella vita della donna e la verità che viene fuori nel finale è sconvolgente, tanto da mettere in discussione la stessa Libby e la sua deposizione.
Il passato ritorno e invade il presente. Gilles Paquet-Brenner firma la regia di Dark Place – Nei luoghi oscuri, tratto dall’omonimo thriller di Gillian Flynn, autrice del best seller L’amore bugiardo – Gone Girl. Fanno parte del cast Sterling Jerins, Nicholas Hoult e Christina Hendricks, e nel ruolo di Libby Day da grande l’attrice Charlize Theron. Il film girato interamente in Louisiana, è un dramma familiare in cui la fa da padrone la memoria fuorviante insieme ai ricordi dolorosi e bui del passato. Niente horror o tensione. La suspense c’è ma non si vede. Bella la fotografia – di Barry Ackroyd, candidato all’Oscar per The Hunter Locker – e ottima la scenografia. Non male la recitazione, impercettibile la regia.
La struttura di Dark Places – Nei luoghi oscuri si divide in due trame che viaggiano insieme tra passato e presente, quasi ad incastro verso il futuro. Libby ossessionata dal passato, dopo un primo momento di difficoltà, è pronta a cercare la soluzione dell’enigma, della sua infanzia. “Gillian Flynn è una scrittrice straordinaria”, ha commentato Stephen King, e lo è davvero. Racconta magistralmente una storia intrisa di imprevedibilità, memoria e “tristi” verità. Ma se con L’amore bugiardo – Gone Girl e la regia di David Fincher non si riusciva a staccare gli occhi dallo schermo e il sedere dalla poltrona, questa volta l’attenzione non sarà altissima. Gilles Paquet-Brenner non regge il confronto. Sarà per l’aver cercato di creare un continuum visivo e… Il film quindi non brilla di luce propria, ma la storia della Flynn sa bene trascinare lo spettatore, senza indugio, in percorsi dolorosi e nostalgici.