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Non conta la bellezza esteriore, ma quella interiore. Quante volte ce lo hanno detto e quante altre ce lo siamo ripetuto? Innumerevoli. Come ti divento bella parte da questo concetto trito e ritrito che spesso stona con la realtà perché è innegabile che una buona dose di bellezza aiuti e ci ricorda che bisogna credere in se stessi per riuscire nella vita. Pur basandosi su questo assunto piuttosto banale e scontato il film di Anny Kohn e Marc Silverstein si rivela però, al contrario delle aspettative iniziali, divertente, originale e ricco di una sua profondità.
La storia è semplice, come la sua tesi di partenza. Renée Bennett (l’attrice comica statunitense Amy Schumer, interprete precedentemente di Un disastro di ragazza, da sempre impegnata in sketch e dibattiti sociali sulle donne) è una ragazza introversa e insicura del proprio aspetto fisico. Lavora in un buco sottoterra a Chinatown e quando si guarda allo specchio vede solo una cicciona che non vale niente. Un giorno, al corso di spinning in palestra, cade dalla bicicletta, prende una botta in testa e quando si risveglia si vede improvvisamente bellissima e super sexy. In realtà nulla è cambiato e Renée fa sempre parte dell'universo delle taglie forti, ma nella sua testa niente sarà più come prima. Questo suo nuovo sentirsi le darà una nuova sicurezza e un nuovo carisma tanto che poco dopo rimorchierà un uomo fantastico (Rory Scovel), si iscriverà senza un briciolo di timore a una gara in bikini e infine troverà lavoro alla Lily LeClair, gigante del settore beauty dei cosmetici di lusso, con sede al centro di Manhattan, entrando nelle grazie dell'amministratrice delegata (la brava Michelle Williams, qui strepitosa con il suo strano timbro vocale) che ha intenzione di lanciare una linea dedicata alle consumatrici di fascia più bassa. Ma cosa succederà quando la magia scomparirà e Renée tornerà a sentirsi brutta e insicura?
E' una nuova Bridget Jones quella che i due sceneggiatori (La verità è che non gli piaci abbastanza, Single ma non troppo, Appuntamento con l'amore) al loro debutto alla regia portano sul grande schermo. E anche una commedia dai buoni sentimenti, esattamente come Tootsie o Big al quale il film si ispira esplicitamente (dopo averlo visto la protagonista si reca al parco più vicino, lancia una monetina e prega di diventare bellissima come il giovane Josh esprimeva il desiderio di diventare grande). Ma non è il solito filmetto cretino e superficiale e non è poco. Nella sua semplicità, senza tanti fronzoli, e con il suo immancabile happy end Come ti divento bella porta difatti ironicamente sullo schermo un problema più che mai attuale nella nostra società basata sempre più sull’immagine (d’altronde la foto del profilo è tutto quello che conta dice la protagonista). E ci ricorda che il potere della mente è miracoloso tanto da farci sentire belle come, e anche più, di Naomi Campbell (che ha un cameo nel film) o Emily Ratajkowski (qui nei panni di una top model che frequenta la stessa palestra di Renée). Morale: noi siamo come noi ci vediamo. E la ciccia può essere molto più sexy di una bella che non balla. L’importante è “ballare”.